Page 145 - Il Risorgimento e l'Europa - Attori e protagonisti dell’Unità d’Italia nel 150° anniversario - Atti 9-10 novembre 2010
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L’AustriA e L’unificAzione itALiAnA                                145


               comando del Contrammira-
               glio Wilhelm von Tegetthoff
               fin dai primi anni 60, sia per
               quanto riguarda l’addestra-
               mento  che lo spirito  batta-
               gliero degli equipaggi,  così
               come  nella  costruzione di
               corazzate e nella trasforma-
               zione  dei vecchi velieri  in
               navi a vapore semi-corazza-
               te. Nonostante ciò, l’emer-
                                                                             Franz e Sissi
               gente ma piccola marina
               austriaca era infinitamente inferiore per il  numero di moderne imbarcazioni
               in possesso della appena costituita marina italiana ed ai suoi armamenti. Per
               illustrare la situazione possiamo analizzare le due marine, quella  italiana e
               quella austriaca, nell’estate del 1866, appena prima della battaglia di Lissa.
                  Le seguenti navi erano pronte al combattimento nel Mar Adriatico:
                  la flotta italiana era costituita da 12 navi corazzate (53.236 tonn.) e 17 non
               corazzate, quella austriaca disponeva di 11 corazzate (23.358 tonn.) e 11 non
               corazzate. Gli austriaci non avevano solo un numero molto inferiore di coraz-
               zate schierate: era inferiore anche il numero dei moderni cannoni in dotazio-
               ne alle navi. Le corazzate austriache disponevano di soli 121 cannoni, quelle
               italiane ne avevano 276, che ne costituivano gli armamenti principali e più
               efficaci.


               concluSioni e note perSonali
                  La perdita della provincia di Venezia dopo le guerre contro la Prussia e
               l’Italia  fu l’ultimo  passo dell’unificazione  d’Italia  nella  seconda metà  del
               XIX sec. Le riforme costituzionali del 1867 costituirono un notevole passo
               avanti per la monarchia asburgica, ma fu impossibile risolvere la situazione
               del nazionalismo “ad alta pericolosità” alla fine del secolo.
                  Mi sembra infine necessario esprimere un parere personale.
                  Nel settembre del 2010 ho avuto l’opportunità di visitare il  “Festungsviereck”,
               il Quadrilatero ed i campi di battaglia di Solferino, San Martino e Custoza,
               con alcuni ufficiali austriaci della classe del 1969 dell’ Accademia Militare
               teresiana del Wienere Neustadt.
                  Le cerimonie civili e militari con la partecipazione delle autorità italiane
               sono state estremamente commoventi, e mi hanno ricordato le parole di Henri
               Dunant, che curò i feriti di entrambe le parti durante la battaglia di Solferino.:
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