Page 171 - Il Risorgimento e l'Europa - Attori e protagonisti dell’Unità d’Italia nel 150° anniversario - Atti 9-10 novembre 2010
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Il declIno InternazIonale e la fIne del regno BorBonIco            171


                  La questione è ben nota, quindi
               mi limiterò a riassumerla brevemen-
               te. Nel 1816 finanzieri  e mercanti
               inglesi sponsorizzati dal Governo di
               Londra,  si  erano  fatti  concedere  a
               prezzi vantaggiosissimi dal Re bor-
               bonico, appena restaurato sul trono
               di Napoli proprio grazie all’appog-
               gio della Marina britannica, il mono-
               polio dello sfruttamento dello zolfo
               siciliano  (pari a circa i tre quarti
               della produzione mondiale) all’epo-
               ca materia prima di notevole impor-
               tanza strategico-militare, perché uti-
               lizzata nella fabbricazione degli
               esplosivi. Nel 1836 re Ferdinando II
               revocò le concessioni agli Inglesi e
               stipulò con la Società francese Taix
               Aycard un nuovo contratto con
               royalties  più  vantaggiose.  Natu-
               ralmente  le  proteste  del  Governo
               inglese non si fecero attendere.
                                                    Il Maresciallo di Campo Alessandro Nunziante,
               Esaurita la fase per così dire diplo-                      duca di Mignano
               matica,  ben presto  le  pressioni  su
               Napoli aumentarono con l’invio
               della Squadra navale nel Golfo. Ma Ferdinando II resistette e finalmente il 21
               luglio 1840, grazie alla mediazione francese ed austriaca, la questione degli
               zolfi venne risolta con l’annullamento della concessione ai francesi e il paga-
               mento dei danni agli inglesi. Ma la questione degli zolfi e le sue ripercussio-
               ni avevano non solo creato una frattura profonda fra Londra e Napoli, ma,
               sotto certi aspetti, avevano anche complicato i rapporti con l’Austria dalla
               quale Ferdinando si era sentito abbandonato nei terribili giorni dello show-
               down con l’Inghilterra, quando le navi si erano allineate minacciose nella
               quiete del Golfo.
                  Intanto il ritorno al Foreign Office nel 1846 di Lord Palmerston non pro-
               metteva niente di buono nei rapporti anglo-napoletani. Lord Palmerston era
               animato  da una sincera avversione per i vecchi modelli  ancien  régime di
               gestione del potere interno e dei rapporti internazionali. Al di là delle convin-
               zioni ideologiche, Palmerston come del resto larga parte dell’opinione pub-
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