Page 262 - Il Risorgimento e l'Europa - Attori e protagonisti dell’Unità d’Italia nel 150° anniversario - Atti 9-10 novembre 2010
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            molti anni, come “invalido garibaldino”; non manca una donna russa, origi-
            naria di Mosca, moglie di un garibaldino. Altra famosa figura storica è la
            contessa Nesselrode, più nota con lo pseudonimo “principessa Drousckoy”,
            che arruola i garibaldini e a Firenze si prodiga per la propaganda rivolta ad
            attrarre i volontari. Uno dei più noti è Lev Il’ič Mečnikov di Pietroburgo, che
            passa da Milano a Venezia ma non riesce a raggiungere in tempo Quarto per
            riunirsi ai Mille. Entra comunque a far parte della formazione comandata dal
            colonnello Giuseppe Nicotera, sbarca a Napoli il 7 settembre 1860 conte-
            stualmente all’arrivo di Garibaldi dal sud. Non giunge invece in tempo l’an-
                                ziano colonnello Ditmar che arriva dopo la conclusione
                                     della campagna garibaldina .
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                                           Complessivamente, il numero di volontari
                                           stranieri è rilevante, ammonta circa a 2000,
                                             2500 combattenti,  che,  insieme  agli  ita-
                                               liani,  coadiuvano Garibaldi  soprattutto
                                                nell’impresa meridionale.
       Istvan Türr                                  Cesare Balbo in Speranze d’italia
                                                  (1844), inseguendo un’idea che
                                                   sembrava utopistica, è forse il
                                                   primo a mettere in relazione il
                                                    Risorgimento  italiano  con  l’area
                                                    dell’Europa orientale , poi nel
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                                                    1861, dopo circa un ventennio, la
                                                    possibilità che quel modello par-
                                                    tendo dall’Italia infiammasse gli
                                                   altri paesi diventava invece plausi-
                                                   bile e concreta agli occhi delle
                                                  diplomazie  europee.  La  “questione
                                                 italiana” si era ormai legata indisso-
                                                lubilmente a quella delle nazionalità e
                                               contribuiva a favorire le spinte naziona-
                                             li  degli altri  risorgimenti  forzando  gli
                                           schemi di un’Europa che doveva cambiare.
                                        La partecipazione corale di ungheresi, polac-




            37  F. Venturi, L’immagine di Garibaldi In Russia all’epoca della liberazione dei servi, in
               «Rassegna storia toscana, ottobre-dicembre 1960», p.316.
            38   A. Becherelli, L’esilio dei patrioti, in G. Motta, Ripensare il Risorgimento, cit.
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