Page 267 - Il Risorgimento e l'Europa - Attori e protagonisti dell’Unità d’Italia nel 150° anniversario - Atti 9-10 novembre 2010
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Il MezzogIorno d’ItalIa nel 1861                                   267


               sempre storicamente la massa di manovra di tutte le reazioni sociali. Ma il
               Mezzogiorno d’Italia, come in genere tutti i paesi a struttura sociale agricola
               latifondista e arretrata: si pensi per esempio al Sud degli Stati Uniti ai tempi
               dell’economia schiavista, tendeva anche a generare una nutrita serie di gran-
               di intellettuali (quelli, per intenderci, che Antonio Gransci avrebbe chiamato
               “intellettuali tradizionali”). L’Italia unita non dovrebbe mai dimenticare di
               quanto, in questo campo, essa sia debitrice al Sud. Si può ben dire che la
               filosofia moderna nella nostra Penisola sia nata nel Mezzogiorno: da
               Bernardino Telesio a giganti del pensiero come Giordano Bruno o Tomaso
               Campanella, fino alla mente grandiosa e solitaria di Giambattista Vico che
               seppe spingersi ben oltre il razionalismo cartesiano, e la vena non si estinse
               veramente  mai  se essa ancora in età  contemporanea  seppe dare  all’Italia
                                                 uomini  di  genio  come  Bertrando
                                                   Spaventa, Benedetto Croce o Giovanni
                                                   Gentile.  Molti che nel tempo alimen-
                                                    tarono la classe dei grandi intellettua-
                                                   li meridionali venivano dalle file stes-
                                                  se dell’alta  Nobiltà.  Non fu per caso
                                                  che la grande ondata dell’Illuminismo
                                                 italiano ebbe due centri: se uno fu
                                                 Milano, l’altro fu Napoli ove brillò  il
                                                 genio di  Antonio Genovesi, economista
                                                 liberista, non a caso seguace delle idee
                                                 del  Vico e Gaetano Filangieri.  Sotto
                                                                l’unico grande re che
                                                                  ebbe la dinastia  bor-
                                                                    bonica, Carlo III,
                                                                    Napoli  coerente-
                                                                     mente con tale
                                                                     corrente di pensie-
                                                                    ro fu uno tra i Regni
                                                                  ove dominò il così
                                                                  detto   “dispotismo
                                                                  illuminato”, grazie
                                                                 all’opera del grande
                                                                 Ministro    Bernardo
                                                                Tanucci.


                                                            Girolamo Ulloa
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