Page 270 - Il Risorgimento e l'Europa - Attori e protagonisti dell’Unità d’Italia nel 150° anniversario - Atti 9-10 novembre 2010
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                                      cio; come scrisse il Cuoco, “La Repubblica
                                        Partenopea fu un lampo, ma il suo tuono risve-
                                         gliò tutta l’Italia”.  Da qui – anche  da qui –
                                          cominciò veramente la lotta per il
                                           Risorgimento;  da qui e dalle Repubbliche,
                                           poi dal  Regno  settentrionale; ma  la
                                           Repubblica Partenopea mostrò con un
                                           esempio  terribile  come  per la  causa  della
                                           libertà  (i repubblicani non avevano ancora
                                           chiaro l’obiettivo dell’unità nazionale; que-
                                           sto non sarebbe stato posto con precisione
                                          che  da Mazzini,  molti  anni  più tardi)  si
                                         dovesse essere pronti ad affrontare l’estremo
                                       sacrificio; e non già sui campi di battaglia, ma
                                     oscuramente, sui patiboli. E sui patiboli dettero la
                                   vita i più eletti rappresentanti dell’intellettualità
            Giuseppe La Masa     meridionale:  da Mario Pagano a Eleonora Fonseca
                                 Pimentel, a Domenico Cirillo, Luisa Sanfelice, Ettore
            Carafa d’Andria, Vincenzio Russo, l’Ammiraglio Francesco Caracciolo: in
            totale  124 lasciarono la vita sui patiboli borbonici. Da quel momento la rot-
            tura fra la dinastia borbonica e l’èlite intellettuale e colta del Mezzogiorno fu
            definitiva e totale; un fiume di sangue ormai li divi-
            deva. L’esempio forse più icastico fu quello del
            Duca Serra di Cassano, il quale, dopo che suo
            figlio  ne fu uscito  per  andare  al  patibolo,
            fece serrare le porte del suo palazzo e ordi-
            nò che mai più venissero aperte. (Lo furo-
            no solo  recentemente –  e  per  breve
            tempo – per volontà dell’allora
            Presidente Cossiga).
               Ma ormai  la  corrente  meridionale
            del movimento per il Risorgimento
            d’Italia era impetuosa ed inarrestabile.
            Quando un altro re borbonico,
            Ferdinando II, tradendo il giuramento
            solennemente prestato liquidò la
            Costituzione e volle richiamare il Corpo di


                                          Carlo Pisacane
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