Page 98 - Il Risorgimento e l'Europa - Attori e protagonisti dell’Unità d’Italia nel 150° anniversario - Atti 9-10 novembre 2010
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            campagne”. Con lo stesso provvedimento, la vigilanza sull’integrità di cia-
            scuna Compagnia e la sorveglianza sulla condotta dei suoi appartenenti fu
            affidata ai Custodi della legge presso i Tribunali Criminali. I predetti funzio-
            nari erano facultati,  altresì, ad esercitare  d’ufficio  e, sotto la  loro diretta
            responsabilità,  l’azione  penale  contro  i  compagni  d’armi, in  tutti  i  casi  di
            reato commessi nell’esercizio delle loro funzioni e a ricevere i reclami pre-
            sentati contro le Compagnie d’Armi.
               Nel 1849 il Luogotenente Generale dell’Isola con l’Ordinanza del 16 giu-
            gno ne sanzionò l’organizzazione, ampliandone gli attributi politici e l’avvi-
            cinò all’essenza dispotica del potere per contrapporla alle espirazioni liberali
            e popolari, finendo così per alimentare l’odio della popolazione nei suoi con-
            fronti.
               Buona parte dei Compagni d’armi che presero parte attiva negli scontri
            con le truppe garibaldine come “guide” ed “informatori” delle colonne bor-
            boniche non difettarono né di abnegazione né di eroismo.
               Fedeli alla causa del Re delle Due Sicilie, essi non si dispersero ma deci-
            sero di continuare la lotta controrivoluzionaria sul Continente, al seguito delle
            truppe borboniche. 7



            la dittatura di gariBaldi in Sicilia
            (tutto deve cambiare affinché nulla cambi)
               Dopo aver sconfitto nel maggio 1860 le truppe borboniche a Calatafimi,
            Garibaldi assunse il titolo di Dittatore della Sicilia, termine che appare, peral-
            tro, fuorviante, poiché  ogni successivo governo al potere  a Palermo  fu in
            realtà  una  coalizione  comprendente  sia  liberali  moderati  che  autonomisti,
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            mentre i democratici furono sempre una minoranza.
               La dittatura avvertì subito l’esigenza di creare ex novo una macchina di



            7  Le Compagnie d’Armi le troviamo poco tempo dopo costituite nel 1° Btg. Volontari per com-
               battere gli insorti della Marsica.
            8  Lucy Riall La Sicilia e l’unificazione italiana Einaudi Torino 2004 p. 98. Nel complesso, nel
               corso del 1860 vi furono tre distinti periodi di “dittatura”: il primo fu quello del governo diretto
               da Giuseppe Garibaldi, che durò fino a luglio, quando sempre più intenzionato a portare avanti
               al guerra contro i Borboni, riprese la campagna militare sbarcando sul continente. Al suo posto
               divenne protodittatore Agostino Depretis e quando questi a metà settembre si dimise, venne so-
               stituito dal democratico toscano Antonio Mordini, che rivestì tale incarico fino a dicembre, data
               in cui si tenne il plebiscito di ottobre che sancì l’annessione della Sicilia all’Italia settentrionale.
               Il governo siciliano del 1860, come quelli che lo avevano preceduto nel 1820 e nel 1848-49 si
               appoggiava su una fragile base di consenso e il suo operato risultò spesso paralizzato da conflitti
               e rivalità personali oltre che da contrasti in merito alle strategie e gli obiettivi da perseguire.
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