Page 103 - Il Risorgimento e l'Europa - Attori e protagonisti dell’Unità d’Italia nel 150° anniversario - Atti 9-10 novembre 2010
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I MIlItI a cavallo nella DIttatura DI GarIbalDI In SIcIlIa         103


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               del danaro pubblico, come pure scorteranno il procaccio .
                  Erano rimesse a loro carico le responsabilità derivanti dal trasporto e dal
               versamento del danaro pubblico nelle casse dello Stato come pure del denaro
               e degli oggetti arricati dai particolari al procaccio, e ancora dai furti anche
               di abigeato e dai guasti fatti sulle vie pubbliche e nelle campagne, comprese
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               le case di campagna, le masserie, pagliai, mandrie e simili.
                  Inoltre, essi dovevano indossare la prescritta uniforme e il berretto, muni-
               to della coccarda tricolore e della iscrizione: milita a cavallo del distretto
               di….
                  Sanzioni di varia natura e gravità erano previste per le mancanze discipli-
               nari commesse in servizio, tra cui quella più grave della destituzione.
                  Infine, il controllo sull’organico e sulla buona tenuta dei Corpo in ciascun
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               distretto competeva ai rispettivi Governatori .
                  Tutto questo in teoria andava benissimo ma alla prova dei fatti ed in piena
               normalizzazione della società siciliana la vita del Corpo ebbe ben altri svilup-
               pi e purtroppo non proprio lusinghieri.


               mala tempora currunt
                  Dopo l’armistizio del giugno 1860, si insediò a Palermo un governo civile
               con sei dicasteri.
                  Sotto Depretis il processo di normalizzazione amministrativa divenne un
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               processo di “piemontesizzazione” .



               15  Punto nr. 5 delle Istruzioni della Segreteria di Stato dell’ Interno per l’organizzazione ed il ser-
                  vizio dei milita a cavallo.
               16  Punto nr. 6 delle citate Istruzioni.
               17  Si riportano di seguito altre disposizioni emanate dal Segretario di Stato all’Interno, F. Crispi
                  per il Corpo dei Militi a cavallo:
                  a) A capo del Corpo, composto da trenta unità per ogni distretto, vi era un Comandante nomi-
                  nato direttamente dal Dittatore, sostituito in caso di assenza o di legittimo impedimento da un
                  vice comandante.
                  b) I militi a cavallo erano scelti dal Comandante con l’approvazione del Governatore del Di-
                  stretto. Tutti dovevano a proprie spese provvedere al vestiario, alle armi, alle munizioni, al ca-
                  vallo, agli arnesi e al mantenimento dello stesso.
                  c) Una quarta parte della paga dei militi a cavallo doveva essere versata al Corpo per far fronte,
                  a preferenza, all’ammontare dei furti e dei danni di cui avrebbero dovuto rispondere
                  d) Il Comandante era tenuto a prestare la cauzione di 6.000 ducati, quale responsabile del Cor-
                  po per l’indennizzo alle vittime dei danni e dei furti avvenuti nel suo Distretto
               18  In meno di un mese (agosto 1860) furono estesi alla Sicilia lo Statuto albertino, il sistema mo-
                  netario, il sistema provinciale e comunale, il codice militare e la legge di pubblica sicurezza del
                  1830 (30 agosto). Un sistema che nel suo complesso presentava molte affinità con quello adot-
                  tato dalla monarchi borbonica nel 1815 e che non brillava certo per “modernità”. (Lucy Riall
                  La Sicilia e l’unificazione italiana pag. 107 Einaudi 2004)
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