Page 104 - Il Risorgimento e l'Europa - Attori e protagonisti dell’Unità d’Italia nel 150° anniversario - Atti 9-10 novembre 2010
P. 104
104 Il RIsoRgImento e l’euRopa. attoRI e pRotagonIstI dell’unItà d’ItalIa.
L’adozione di importanti provvedimenti come la divisione delle terre e la
leva obbligatoria, che in una realtà fisiologica avrebbero senz’altro contribu-
ito alla “modernizzazione” della Sicilia, furono, invece, all’origine di nuovi
rivolgimenti sociali e, cosa ancora più grave, denotarono la scarsa percezione
del governo dei problemi che toccavano le aree rurali.
Nel corso dell’estate del 1860 la divisione delle terre provocò una serie di
drammatici conflitti tra contadini e proprietari (rivolte di Bronte, Biancavilla,
Montemaggiore, verificatesi nei mesi di luglio e agosto).
La leva obbligatoria, invece, suscitò gravi malumori e venne sfruttata
dagli agitatori antiliberali per fomentare l’opposizione a Garibaldi .
19
Alla questione del reclutamento fu addebitato l’aumento dei disordini;
mentre l’incremento della criminalità fu visto come una diretta conseguenza
dell’imperversare delle bande armate. 20
Ad impensierire particolarmente erano da un lato le squadre di picciotti,
che erano state coinvolte nella lotta ai Borboni, le quali si rifiutavano di tor-
21
nare alla vita civile ; dall’altro i criminali che, “liberati” in gran numero dalle
carceri, durante i convulsi avvenimenti dei mesi di aprile e giugno, si anda-
vano ad aggregare in nuove bande per conto loro.
Da giugno in poi, le Autorità furono sommerse da proteste riguardanti
l’ordine publico 22
19 Sotto i Borboni, l’esenzione dal servizio militare aveva rappresentato un privilegio speciale ri-
servato ai siciliani. L’introduzione del servizio di leva obbligatorio aveva come duplice obietti-
vo la mobilitazione della popolazione contro i Borboni e la salvaguardia dell’ordine interno.
20 Una delle bande più famose era quella dal bandito Sante Meli. Molti dei componenti avevano
fatto parte dell’esercito di Garibaldi, ed erano stati poi espulsi da La Masa a maggio del 1860.
Da giugno ad agosto dello stesso anno, Meli instaurò una sorta di regno del terrore nell’area
tra Corleone e Santa Margherita. Nel discorso inaugurale dell’anno giudiziario 1865-66 tenuto
all’inizio del 1865 dal nuovo Procuratore Generale del Re Cav. Giovanni Interdonato all’udien-
za solenne della Corte di Appello di Palermo si ha un eco delle terribili giornate del 13 e 14
maggio 1864 in cui la bande di briganti e comitive di malfattori sembrarono per un attimo im-
padronirsi delle campagne palermitane e sconvolgere la stessa città con sequestri di persone,
omicidi , saccheggi e ogni genere di delitto. Sono gli anni in cui assurgono a sinistra notorietà
i banditi Angelo Pugliese, detto Peppino il Lombardo e gli altri suoi capi banda Filippo Man-
giaffrida, Masi, Lo Cicero, Valvo, Salpietta, Randazzo compiono imprese delinquenziali di una
audacia e ferocia inaudita.
21 Il loro reinserimento e di tutti coloro che avevano combattuto nell’Esercito meridionale risulte-
rà difficilissimo dato che le insufficienti strutture sociali e la disastrosa condizione finanziaria
del nuovo stato unitario non consentivano una diversa ed immediata utilizzazione di tali forze.
22 Il Governatore di Mazara lamentava in un suo rapporto che una banda armata era arrivata al
punto di dominare il comune di Salemi, mettendo in atto vendette personali e intimidendo i “cit-
tadini onesti”