Page 69 - Atti 2012 - L'Italia 1945-1955. La Ricostruzione del Paese e le Forze Armate
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                Quando il 10 febbraio 1947 l’Italia firmò il Trattato di Pace, il generale Efisio
             marras aveva assunto l’incarico di stato maggiore dell’Esercito da soli nove gior-
             ni, a causa delle dimissioni del Generale Cadorna.
                Il nuovo Capo di Stato Maggiore Esercito quindi, si dovette scontrare subito
             con pesanti limitazioni di carattere militare che avrebbero portato l’italia non solo
             a mantenere a malapena l’ordine pubblico, ma soprattutto, a non poter più essere
             protagonista in campo internazionale a seguito di un eventuale invasione nemica.
             Tali imposizioni riguardavano:
             1)  La cifra definitiva di 185 mila uomini riguardante la forza dell’esercito, com-
                prese le guardie di frontiera e il personale dei comandi e dei servizi, con l’esclu-
                sione dell’Arma dei Carabinieri la cui forza venne fissata a 65.000. “Purché gli
                effettivi globali non oltrepassassero le 250 mila unità” .
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             2)  L’Esercito avrebbe, inoltre, potuto essere dotato di soli 200 carri armati medi
                e pesanti.
             3)  L’armamento militare e la sua dislocazione avrebbero dovuto essere concepiti
                “in maniera da rispondere esclusivamente a compiti di carattere interno ed ai
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                bisogni della difesa locale delle frontiere e della difesa antiarea.”
             Oltre ovviamente tutto quello che riguarda la smilitarizzazione e le spese militari,
                ovvero:
             4)  Lo smantellamento di tutte le fortificazioni alpine ai confini con la Jugoslavia e
                la Francia e di quelle costiere in Sardegna e nelle isole della Sicilia. 9
             5)  Il divieto di possedere e sperimentare armi atomiche, missili, razzi e cannoni
                con gittate superiori ai 30 km.
             6)  Il pagamento di più di 360 milioni di dollari agli Stati vincitori
             7)  La cessione di tutte le sue colonie
                La permanenza del Generale Marras come Capo di SME si protrasse fino al 1°
             dicembre del 1950 e coincise con la fase iniziale della riorganizzazione dell’Eser-
             cito e l’adesione dell’Italia al Patto atlantico. Di quest’opera di rinnovamento il
             generale Efisio Marras fu l’artefice insieme con Randolfo Pacciardi, che resse il
             Ministero della Difesa dal maggio 1948.
                Alla fine della guerra, le truppe italiane post conflitto erano ripartite in tre cate-





             7  F. Stefani, cit.
             8  F. Stefani, La storia della Dottrina e degli Ordinamenti dell’Esercito italiano, Vol. III,
                Tomo I, Dalla Guerra di Liberazione all’Arma atomica tattica, p. 564, UFFICIO STORICO
                – SME, Roma 1987.
             9  A.A. V.V., l’esercito italiano, p. 90, UFFICIO STORICO – SME, Roma 2004.
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