Page 155 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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III SeSSIone - l’ItalIa economIca                                   155



             appena l’amministrazione … Non faccia nuovi esperimenti, non affidi il potere ad
             uomini che devono fare il loro noviziato.... Bisogna che l’Italia sia meglio gover-
             nata, che sia forte, potente, eguale a tutte le altre potenze. E per questo bisogna
             mettersi in mano ad uomini che sappiano restaurare lo Stato, ristabilire il nostro
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             prestigio all’estero” . Erano queste, parole dello stesso Francesco Crispi che, tor-
             nato al potere nel 1893 vi rimase fino al marzo 1896, il mese di Adua.
                E dopo la parentesi degli anni di passaggio di secolo, ecco riapparire, nell’au-
             tunno del 1903 quel Giovanni Giolitti che, da noi, diede il nome ad una “età”
             sinonimica di Belle époque.


             Le ali della ripresa. Come si esce da una crisi
                Probabilmente fu l’uscita dalla crisi economica a dare il via alla ripresa com-
             plessiva del paese. Il merito va in gran parte ad una classe dirigente (non solo
             quella politica) che riuscì ad agganciare la ripresa economica internazionale. Il
             dato più eclatante fu la prorompente crescita americana (sollecitata anche dalla
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             immissione sul mercato monetario, con il nuovo secolo, dell’oro del Klondike ),
             questa volta non più controbilanciata dalla depressione europea, ma sempre più
             locomotiva per tutto l‘Occidente.
                La classe politica italiana fece la sua parte fin dal breve, ma proficuo primo
             governo Giolitti che, oltre alla legge di istituzione della Banca d’Italia, riuscì a
             varare la reintroduzione dell’affidavit (bloccando così la fuoriuscita di metallo
             prezioso dallo stato) e a proporre l’istituzione di una imposta progressiva sul red-
             dito globale delle persone fisiche, la cosiddetta “complementare”. Il mutamento
             in positivo del quadro istituzionale favorì anche un’altra grande innovazione nel
             settore bancario di quegli anni: la ricostituzione del sistema creditizio privato, a
             partire dalle due grandi banche “miste” a prevalente capitale germanico che pre-
             sero idealmente (e anche in un certo senso concretamente) il posto che era stato
             dei due istituti maggiori di credito mobiliare, periti durante la crisi. La Banca
             commerciale italiana venne costituita nell’autunno del 1894, mentre tra il dicem-
             bre successivo e il febbraio del 1895 la Banca di Genova, istituto di dimensioni
             regionali, incrementò in modo significativo il proprio capitale, spostò la sede ope-
             rativa a Milano e si apprestò a ricoprire un ruolo di portata nazionale con la nuova
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             ragione sociale di Credito italiano .



             7   T. Palamenghi Crispi, Giovanni Giolitti, cit., p. 18.
             8   Si veda in proposito la ricostruzione di H. Clifford, Doing the White Pass. The story of the White
                 Pass & Yukon Route and the Klondike gold rush, Seattle, WA, Sourdough Enterprises, 1983.
             9   Per una sintesi si veda A. Confalonieri, Banca e industria in Italia, 1894-1906, Milano, Banca
                 commerciale italiana, 1974-1976.
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