Page 196 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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196        la neutralità 1914 - 1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana



             mobilitazione della guerra, non intendevano rientrare nei ranghi.
                Come sottolinea Gianni Toniolo, “la guerra segnò un tragico spartiacque tra la
             «prima globalizzazione» e la successiva «de-globalizzazione», durante la quale la
             storia dell’economia italiana è divisa in due periodi. Fino al 1929 il tasso di cre-
             scita del Paese fu di poco superiore alla media dell’Europa occidentale, più alto
             di quello del Regno Unito ma inferiore a quello della Francia. Negli anni Trenta,
             al contrario, la crescita del Paese non riuscì a stare al passo con quella delle mag-
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             giori potenze europee”.  Alla fine della guerra parte della capacità produttiva in
             eccesso, come detto, fu eliminata non in modo indolore, in una crisi che evidenziò
             il calo del Pil di circa il 9% tra il 1917 ed il 1921.  Il 1925 segnò lo spartiacque
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             politico ed economico dell’epoca fascista: un overtrading delle banche che provo-
             cò un crack del mercato azionario, la reintroduzione dei dazi sull’importazione del
             grano unitamente all’aumento della protezione doganale a favore della meccanica
             pesante e della siderurgia, la rivalutazione della lira mirata alla reintroduzione
             dello standard aureo ebbero effetti notevoli sull’economia nazionale. “da quel mo-
             mento fino alla fine della Seconda guerra mondiale l’economia italiana fu sempre
             più orientata verso l’interno. La classe dirigente fascista non capì che un’econo-
             mia di media grandezza, ancora relativamente arretrata e prevalentemente agrico-
             la, priva di risorse minerarie e dipendente dalle importazioni per risorse alimenta-
             ri, materie prime e tecnologia avanzata, poteva prosperare solo nella competizione
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             sui mercati mondiali e avrebbe sofferto più di altre i rigori dell’autarchia” . Au-
             mentò la disuguaglianza del reddito negli anni Venti. Ciò però comportò una serie
             di cambiamenti istituzionali che si resero più concreti nel secondo dopoguerra e
             che si tradussero in una maggiore presenza dello Stato nell’economia.























             38  G. Toniolo, La crescita economica, cit., 26.
             39  Ibidem.
             40  Ibidem, p. 27.
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