Page 193 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
P. 193
III SeSSIone - l’ItalIa economIca 193
31
da meno di 30 a oltre i 200 mentre l’Ilva raggiunse i 300 milioni di capitale con
un tasso di variazione simile.
In generale, la capacità produttiva dell’Italia, già ampiamente utilizzata nel
1915, si ridusse durante il conflitto a causa della caduta degli investimenti mentre
si registrò una espansione, come già detto della domanda. L’accumulazione di
capitale si concentrò nelle grandi imprese a cui soprattutto si rivolgevano le com-
messe militari.
Interessante è il grafico seguente, n. 4, che riporta le percentuali relative alle
spese militari di tutti i paesi tra il 1914 ed il 1918, comprensivo dei paesi diretta-
mente o indirettamente coinvolti nel conflitto ed altri.
Fonte: M. Rota, Military Burden and the democracy puzzle, MPRA, n. 35254, 2011.
È evidente lo sforzo bellico dei principali protagonisti europei, allora al centro
del processo di sviluppo economico mondiale, e cioè la Germania, la Francia, la
Gran Bretagna e che da poco erano entrati nel contesto economico internazionale,
come il Giappone, vicino alle posizioni dell’Inghilterra e della Russia dopo le
vicende di fine Ottocento in Cina.
Non è questo il luogo né vi è l’intenzione di approfondire le ragioni che porta-
rono l’Italia ad entrare in guerra smentendo la sua neutralità ma sta di fatto che la
guerra “fu imposta in Italia da una minoranza (la corona, il governo, gli intellet-
tuali e gli studenti interventisti e di orientamento, una parte del mondo industriale,
alcun grandi giornali come il “Corriere della Sera”) contro la volontà della mag-
31 Società per azioni il cui nome deriva dal nome latino dell’isola d’Elba, dalla quale era estratto il
minerale di ferro che alimentava i primi altiforni costruiti in Italia a fine Ottocento, si occupa e
occupava prevalentemente della produzione e trasformazione dell’acciaio e fu fondata nel 1905.

