Page 203 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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con un cannone moderno, le cui caratteristiche rispondevano perfettamente al tipo
di combattimento considerato dalla dottrina.
L’ammodernamento del materiale da campagna non era l’unica misura neces-
saria. Già la guerra anglo-boera aveva messo in evidenza la necessità di disporre
di bocche da fuoco a tiro curvo, quali gli obici, per battere efficacemente truppe
al coperto e di granate di grande potenza per distruggere od almeno rendere in-
servibili le fortificazioni campali. La lezione era stata ribadita dalla guerra russo-
giapponese, nella quale l’artiglieria nipponica, che privilegiava il tiro a granata da
posizioni defilate, aveva avuto regolarmente il sopravvento su quella avversaria,
che agiva di preferenza allo scoperto. A questi scopi non potevano rispondere i
leggeri cannoni da 75 mm, ottimizzati per battere con tiro accelerato bersagli ben
visibili contro i quali agire a puntamento diretto. Da ciò la necessità di bocche
da fuoco di maggior calibro e lo sviluppo dell’artiglieria pesante campale, com-
prendente sia obici, destinati ad agire contro i trinceramenti ed i punti forti della
difesa, sia cannoni, impiegati per battere concentramenti di truppe e per l’azione
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di controbatteria . La presenza nell’ordinamento Spingardi del 1910 di due reg-
gimenti di artiglieria pesante campale testimonia l’attenzione del Regio Esercito
per questa esigenza ed è un’ulteriore conferma del fatto che la sua dottrina tattica
temperava la visione francese, che trascurava gli obici e l’artiglieria pesante, con
l’influsso della scuola tedesca, che prevedeva invece 18 obici da 105 mm per di-
visione e 16 da 150 mm per corpo d’armata.
I due reggimenti avrebbero dovuto comprendere ognuno dieci batterie, delle
quali sette di obici e tre di cannoni, tutte su quattro pezzi, ma alla scelta delle boc-
che da fuoco si arrivò ancora una volta lentamente e solo dopo una lunga serie di
studi e di esperimenti. Nel 1912 venne selezionato l’obice da 149.
A della Krupp, i primi esemplari del quale furono consegnati nel marzo dello
stesso anno. Tuttavia la produzione di questo materiale ad opera dell’industria
nazionale avrebbe dato inizialmente risultati insoddisfacenti e la lunga fase di
si differenziava dal 75/906 sistema Krupp soprattutto per avere l’affusto a code divaricabili,
che consentiva una maggiore capacità di brandeggio nel piano orizzontale ed una maggiore
elevazione. Più diffuso del 75/906 avrebbe avuto come questo una lunga vita operativa: adattato
per il traino meccanico sarebbe stato utilizzato dai reggimenti di artiglieria da campagna anche
durante la Seconda Guerra Mondiale.
3 Le Norme Generali per l’Impiego delle Grandi Unità in Guerra, edizione 1913, rispecchiavano
appunto queste idee: “Gli obici sono essenzialmente destinati ad eseguire tiri contro opere di
fortificazione campale, specialmente ricoveri e robuste coperture orizzontali; o bombardare ed
incendiare località abitate o caseggiati, punti di appoggio della difesa; ed infine, ma con saggia
oculatezza nei consumi, anche a battere truppe annidate nelle pieghe del terreno o dietro ripari;
i cannoni invece sono specialmente destinati a battere truppe a grandi distanze, che presentino
però favorevoli condizioni di bersaglio, a controbattere le artiglierie dell’avversario per spianare
la via all’azione dell’artiglieria leggiera propria, ed infine anche ad agire contro taluni ostacoli
resistenti verticali”.

