Page 95 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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Rai Storia e la Grande Guerra
Dott. Davide savelli 1
nizio questa relazione mostrandovi un frammento di testimonianza, un passag-
I gio dell’intervista a Delfino Borroni realizzata da Roberto Olla per il TG1 Rai
nel 2008. È un documento importante, che la Televisione Italiana conserva nei
suoi archivi. Archivi che sono parte significativa della memoria collettiva di que-
sto paese. Oggi, durante la commemorazione del centenario del Primo conflitto
mondiale, questa intervista è ancora più “preziosa”, e deve far riflettere, perché
Delfino Borroni è stato l’ultimo reduce italiano della Prima Guerra Mondiale. È
scomparso poco dopo l’intervista. Aveva 110 anni. Era nato nel 1898 a Turago di
Bordone, in provincia di Pavia. Nel 1917, a soli diciannove anni, fu arruolato di
leva nei bersaglieri ciclisti combattendo sull’altopiano di Asiago, sul Pasubio e
infine a Caporetto. L’ultimo cavaliere di Vittorio Veneto ha vissuto anche per rac-
contare la sua storia. E la Rai, con questa intervista, ha fatto il suo “dovere”, dove-
re che oggi – forse ancor di più di ieri – ha il compito di portare avanti con grande
dedizione. Perché non ci sono più testimoni viventi. Dopo la scomparsa di Delfino
Borroni, al mondo, restavano soltanto sette reduci: sei uomini e una donna. Oggi
ci hanno lasciato anche loro. La Grande Guerra resta senza testimoni. Questo è il
dato “storico” con cui confrontarsi nel centenario della Prima Guerra Mondiale.
Un dato che rappresenta la sfida stessa dell’anniversario. Soprattutto per la Rai,
per il Servizio Pubblico. L’obiettivo della Televisione di Stato, e in particolare
della direzione di Rai Cultura con i suoi tre canali Rai Storia, Rai Scuola e Rai 5,
i portali web e le pagine dei suoi social media, è quello di restituire all’immane
conflitto la voce perduta di milioni di uomini e donne che vissero quei tragici mo-
menti. Attraverso ad esempio le lettere, le cartoline, i diari, le memorie di soldati
e prigionieri di guerra, ma anche di operai, contadini, infermiere, crocerossine,
parroci e insegnanti. Tutti chiamati a fare la propria parte nell’ora decisiva. Ma
non si tratta semplicemente di ricordare, si tratta di riannodare i fili del tempo per
comprendere e riscoprire un mondo perduto. Perché per ricordare, per non dimen-
ticare, occorre capire.
Anche questa è la “mission” del Servizio Pubblico nell’anniversario della Gran-
de Guerra. Un impegno gravoso, ne siamo consapevoli, che la Rai porta avanti - in
sinergia con le Istituzioni e, naturalmente, con i massimi studiosi dell’argomento
- con un’offerta diversificata: programmi seriali, singoli documentari, rassegne
stampa storiche, brevi filmati e percorsi didattici pensati ad hoc per il web.
1 Autore e regista di Rai Cultura.