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90 la neutralità 1914 - 1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
La vicenda viene riscoperta e torna alla ribalta nel 1937. Il 25 marzo di
quell’anno il conte Ciano, Ministro degli Affari Esteri, sottoscrive a Belgrado il
patto di amicizia italo – jugoslavo con il quale l’Italia intende estendere la propria
influenza nei Balcani, sostituendosi alla Francia, e prevenire un possibile contagio
bolscevico da parte dell’U.R.S.S. verso i popoli slavi.
Il 5 dicembre 1937, il Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri
jugoslavo Stojadinovich restituisce la visita fatta da Ciano a Belgrado in occasio-
ne della firma del trattato di amicizia e giunge a Roma insieme alla moglie.
Il giorno dell’arrivo in Italia di Stojadinovich, Giovanni Ansaldo, sul “Telegra-
fo” di Livorno, pubblica una lettera aperta al Presidente del Consiglio jugoslavo in
cui evidenzia il rapporto di collaborazione esistente fra i governi serbo ed italiano
e ritorna sulla vicenda per ricordare il sacrificio dei sette volontari garibaldini: una
storia di “eroismo e di morte”.
Negli stessi giorni il dr. Girolamo Goretti, primario dell’Ospedale di Gros-
seto, facendo sua la lettera aperta di Giovanni Ansaldo apparsa sul quotidiano
di Livorno, con una missiva al direttore dello stesso giornale, chiede al capo del
governo il riconoscimento della qualità i combattenti ai 7 italiani (uno dei quali
è suo parente) che nel 1914 si recarono volontariamente i Serbia e combatterono
nei Komitaji. La vicenda risulta ignota per lo Stato Maggiore dell’Esercito che
incarica l’Ufficio Storico di approfondire i fatti.
Dalle prime indagini condotte allora dall’ufficio storico dell’esercito, la vi-
cenda appare verosimile e il gesto “di generosità ed eroismo” compiuto dai sette
volontari italiani meritevole di essere ricompensato con la concessione, ai sette
volontari, dei “distintivi spettanti ai combattenti e ai caduti, senza pregiudizio
di una distinzione di maggiore rilievo che potesse apparire opportuna, quando si
sapranno i fatti più dettagliatamente ed in forma più precisa” “non potendosi attri-
buire alla medaglia d’oro concessa dal governo serbo se non un valore morale” .
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Il 27 luglio 1938 l’ufficio di gabinetto del Ministero della Guerra esamina la
possibilità di attribuire ai combattenti italiani in Serbia la qualifica di volontario
e di combattente per la Patria, indipendentemente dalla eventuale concessione di
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una ricompensa al valore militare .
La medaglia di volontario è una decorazione appositamente istituita per i vo-
lontari della Grande Guerra e non vi sono casi di estensione della concessione in
favore dei combattenti delle guerre precedenti. Il Ministero, pertanto, ritiene di
non poter fare alcuna eccezione in favore dei caduti di Babina Glava per non crea-
13 Promemoria al Ministro, s.d. e Promemoria in data 8 febbraio 1938 a firma Tenente Colonnello
Valente AUSSME, Fondo L3, b. 5. I cinque di Babina Glava 1914/15.
14 Lettera n. 48146 in data 27 luglio 1938 indirizzata al Sottocapo di Stato Maggiore per le Opera-
zioni – Ufficio Storico e firmata dal capo di gabinetto generale Sorice. AUSSME, Fondo L3, b.
5. I cinque di Babina Glava 1914/15.