Page 89 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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             alla nascente controversia sui confini orientali.
                Assiste il generale Vercellana, comandante della Divisione Militare di Roma.
             La presenza del comandante territoriale alla manifestazione patriottica, organizza-
             ta dai movimenti legati all’interventismo democratico, rientra nell’attività appro-
             vata dai vertici militari e dal governo per controllare il mondo dell’associazioni-
             smo reducistico e combattentistico, sempre in fermento, e per ridurre l’influenza
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             dei capi più vicini ai partiti di sinistra .
                Segue la consegna di alcune decorazioni ai mutilati, compresi alcuni serbi, alle
             famiglie dei caduti e dei sopravvissuti della battaglia di Babina Glava da parte
             di una Missione militare serba, arrivata in mattinata dalla fronte di guerra per
             l’occasione. Nonostante i sette abbiano ricevuto la massima decorazione al valore
             militare dal governo serbo, non viene loro ancora attribuito alcun riconoscimento
             da parte delle autorità militari italiane. Gli stessi caduti non ricevono il ricono-
             scimento ufficiale di caduto per la Patria. Sono le amministrazioni comunali a
             ricordare il sacrificio dei propri concittadini, specialmente di quelli appartenenti
             a famiglie illustri. A Sutri, sulla facciata della casa natale di Nicola Goretti, viene
             apposta una lapide marmorea con l’erma del caduto in bronzo e con la seguen-
             te dicitura: “Sui campi insanguinati di Visegrad, tappa eroica del martirologio
             italiano per la libertà, nob. Nicola Goretti, precursore del sacrificio sotto i colpi
             dell’eterno nemico, la superba giovinezza romanamente immolava. Sutri 12 ago-
             sto 1896 – Visegrad 20 agosto 1914”.
                Il 29 luglio 1922 sulla piazza di Marino, in quella che oggi prende il nome di
             piazza Matteotti, il comune pone una epigrafe in ricordo dei caduti “A Colizza
             Cesare, Bucca Vincenzo, Corvisieri Mario, Conforti Francesco, Goretti Nicola
             che perpetuando in tempi oscuri la fulgida tradizione garibaldina raccoglievano
             tra i primi la sfida lanciata dalla tracotanza asburgica ed immolavano in Serbia la
             giovinezza fiorente in difesa dei popoli oppressi fecondando col sangue la ritor-
             nante primavera italica che sciolse le ali della vittoria incatenate in Campidoglio
             e le volse al fatidico volo vendicatore sulle vie di Trento e Trieste, il popolo di
             Marino questo marmo consacra. Caduti il 20 agosto 1914”.
                È il generale Ceda A. Popovich che, scrivendo i propri ricordi del conflitto
             mondiale su un giornale serbo - poi ripreso il 18 marzo 1924 su “Il Piccolo”
             di Trieste, a ricordare “L’eroismo di dieci (in realtà quelli di cui si conoscono i
             nomi sono sette, nda) garibaldini volontari nell’esercito Serbo nel 1914” e la con-
             cessione della medaglia d’oro. L’anno successivo l’amministrazione comunale di
             Marino pone una lapide sul vecchio palazzo comunale “a ricordo dei cinque prodi
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             italiani caduti per l’unità d’Italia in terra di Serbia” .

             11  Sabatucci Giovanni, I combattenti nel primo dopoguerra, Laterza Bari, p. 26 vedere.
             12  Lettera n. pr. 993 in data 2 marzo 1938 del Podestà di Marino all’Ufficio Storico del Comando
                 del Corpo di Stato Maggiore. AUSSME, Fondo L3, b. 5. I cinque di Babina Glava 1914/15.
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