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84 la neutralità 1914 - 1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
vecchia e provata fede patriottica, tenuta in ottima considerazione”, d’accordo con
il proprio fratello maggiore Ugo e con un suo amico, Mario Corvisieri, decide di
formare un piccolo nucleo per recarsi in Serbia per combattere contro gli austriaci.
A questi si uniscono subito il viterbese Nicola Goretti, Francesco Conforti,
salernitano, il siciliano Vincenzo Bucca, segretario nazionale dei giovani repub-
blicani, e un altro marinese, Arturo Reali.
I volontari partono “con l’intenzione di sacrificare la vita perché il loro olo-
causto servisse di esempio e monito per indicare alla gioventù italiana l’ideale
che allora era assolutamente necessario far trionfare, per redimere le terre italiane
costrette al servaggio straniero” .
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Quasi tutti provengono dalle fila del partito repubblicano. Sono giovani della
piccola borghesia e del popolo. Qualche studente, qualche artigiano.
Il più anziano, Cesare Colizza, leader del circolo anarchico di Marino, ha già
militato da volontario come garibaldino in Grecia nel 1912; il più giovane Goretti
è appena uscito dal collegio. Mario Corvisieri è un collaboratore della “Luce” e,
insieme a Conforti, è reduce dalla spedizione in Grecia del 1912.
L’intenzione è quella di “offrire la vita” per la rivendicazione delle terre ir-
redente e con la speranza che l’esempio fosse imitato e servisse a scuotere la
coscienza della gioventù italiana.
La sera del 29 luglio 1914 il gruppo parte da Roma in treno alla spicciolata, per
dare nell’occhio il meno possibile, e si dirige a Bari nel tentativo di imbarcarsi.
Qui il tentativo non riesce a causa della sorveglianza messa in atto dalla polizia
italiana, già preavvisata del loro arrivo. Da Bari il gruppo si sposta a Brindisi
dove, il 1° agosto, eludendo la sorveglianza, riesce ad imbarcarsi clandestina-
mente sul vapore greco Minxhae. I sette non hanno molti soldi e non intendono
chiedere aiuto a nessuno.
In alto mare il gruppo viene scoperto: il Comandante sembra mostrare simpatia
alla loro causa, tuttavia sono invitati a pagare il biglietto per il passaggio della
nave, per non essere consegnati alle autorità di polizia del porto di sbarco. Il 3
agosto i sette giungono al Pireo e il giorno successivo, il 4 agosto, giungono ad
Atene, dove ottengono dalle autorità Serbe un lasciapassare per recarsi in Serbia.
Ricevono anche l’offerta di denaro, offerta rifiutata perché i volontari fanno pre-
sente di non essere mercenari e che preferiscono proseguire a proprie spese. Il 5
agosto il gruppo prende il treno per Alcadia, quindi il 6 giunge a Salonicco.
Il giorno 7 i volontari ripartono per Nisch, dove arrivano il giorno successivo.
Qui le autorità concedono il passaggio per Kraguijevac, che viene raggiunto il 9
agosto. Raggiunta la destinazione, i sette spediscono alcune cartoline ricordo su
cui appongono le sette firme. Su una di queste, inviata agli amici di Marino, scri-
3 Lettera n. pr. 993 in data 2 marzo 1938 del Podestà di Marino all’Ufficio Storico del Comando
del Corpo di Stato Maggiore. AUSSME, Fondo L3, b. 5. I cinque di Babina Glava 1914/15.