Page 86 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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86         la neutralità 1914 - 1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana



             lontari. A questo punto i sette sono armati alla meglio, con le cioce di pelle degli
             irregolari serbi e inviati alla frontiera con il compito di piazzarsi all’estrema destra
             delle linee serbe, presso Veliki Storaz, e di infiltrarsi nelle linee nemiche per dan-
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             neggiarle “nelle terga” .
                Dopo alcune azioni condotte con successo, il 20 agosto i volontari partecipano
             ad uno scontro cruento con alcune unità austriache -quello conosciuto come bat-
             taglia del Monte Zer, nei pressi delle rive della Drina, a circa venti chilometri da
             Visegrad - nel quale pagheranno un alto tributo di sangue.
                La battaglia fa parte di una più vasta azione offensiva austriaca che comprende
             un territorio vasto oltre cento chilometri, dato che gli attaccanti bombardano Bel-
             grado dalle loro posizioni di Zemun e dal fiume Sava, e, inoltre, combattimenti si
             svolgono sulle montagne bosniache, sopra Visegrad e la Drina, fino a Sabac ed al
             fiume Sava. La Legione deve respingere alcuni reparti nemici che avanzano verso
             il confine serbo nel territorio verso Valiji e Mali Storaz. Il gruppo parte dal covo
             all’alba del 20 e si unisce ad altre due bande, per una forza complessiva di circa
             quarantacinque uomini. Alle prime ore del mattino, sulla piccola altura di Babina
             Gora (Monte della Vecchia), prende contatto con una compagnia di austriaci.
                L’assalto è condotto in modo energico, con un impeto unico: il nemico in fuga
             è costretto a ritirarsi nelle posizioni retrostanti, dove i resti del battaglione si forti-
             ficano. Sotterrati i morti, i volontari e le bande serbe ricevono l’ordine di attestarsi
             sulla collina di Babina Glava (Testa di Vecchia) per contenere alcune unità austria-
             che che sono intenzionate a sfondare. La consegna è di resistere fino all’ultimo per
             dar tempo alle truppe regolari dell’esercito serbo di completare lo schieramento
             delle difese.
                Nelle prime ore meridiane avviene lo scontro con tre battaglioni austriaci (cir-
             ca 3000 uomini?) i quali si schierano immediatamente, avvolgendo i difensori. Il
             nemico dispone di mitragliatrici ed è sostenuto dall’artiglieria. La Legione, forte
             di poche centinaia di uomini, debole e senza mezzi adeguati, impegna gli austria-
             ci in una lotta disperata. I soldati serbi tentano più volte di assaltare le posizioni
             avversarie. Dopo una accanita lotta, che produce gravi vuoti nelle file avversarie
             e in cui sono esaurite le munizioni dei fucili e le bombe a mano, la battaglia si
             trasforma in un cruento corpo a corpo.
                Si verifica un momento di crisi fra le fila austriache. Allora i garibaldini incita-
             no i commilitoni e, nonostante il richiamo del comandante di plotone che li invita
             ad una maggior prudenza, si gettano per primi nella mischia al grido di “abbasso
             l’Austria”. Attesi dal nemico, sotto un veemente fuoco di mitragliatrice e dell’ar-
             tiglieria, quasi tutti i garibaldini rimangono sul campo, ad eccezione di due.



             6   Promemoria del Console M. V. S. N. Ugo Colizza in data 30 maggio 1938. Il Piccolo di Trieste,
                 18 marzo 1924. L’eroismo di dieci garibaldini volontari nell’esercito Serbo nel 1914. AUSSME,
                 Fondo L3, b. 5. I cinque di Babina Glava 1914/15.
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