Page 88 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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88         la neutralità 1914 - 1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana



             glia di Conforti è abbastanza nota, dato che egli è il discendente di una famiglia
             di patrioti salernitani, tra cui l’abate Conforti, impiccato dai Borboni nel 1799, e
             il giurista e ministro del Regno d’Italia Raffaele. Inoltre, suo zio Luigi, prima di
             morire giovane, lavora come corrispondente per lo stesso settimanale. Il settima-
             nale, oltre a ricordare che i caduti sono stati quasi tutti volontari, - con Ricciotti
             Garibaldi nella guerra greco-turca, e raccontare l’azione in cui essi perdono la
             vita, riferisce che Francesco Conforti lascia per testamento ai suoi tre fratelli una
             consistente eredità il cui valore non è inferiore al milione di lire.
                I caduti vengono recuperati successivamente ed inumati sul posto dalle truppe
             regolari serbe. I loro nomi sono riportati su una lapide, ancora affissa all’ingresso
             del cimitero di Belgrado, che riporta la seguente iscrizione: “Accorsi volontari tra
             le fila serbe caddero combattendo a Babina Glava il XX agosto MCMXIV. Disper-
             sa la spoglia mortale sia perenne il ricordo del loro sacrificio”.
                La vicenda dei volontari italiani nell’Esercito serbo rimane quasi sconosciuta,
             dato che i due reduci della spedizione prima si dedicano alla propaganda interven-
             tista e poi, all’ingresso dell’Italia nel conflitto, si arruolano volontari nel Regio
             Esercito Italiano. I serbi non dimenticano gli eroi di Babina Glava. Il 9 settembre
             1917, mentre il giovane subalterno si trova al fronte, una missione militare serba
             giunge in Italia per consegnare ai parenti dei sette volontari le medaglie d’oro al
             valor militare concesse dal governo serbo.
                Le decorazioni sono consegnate in forma solenne nel corso di una cerimo-
             nia svoltasi a Villa Umberto in piazza di Siena a Roma e organizzata dalle forze
             dell’interventismo democratico che comprendono repubblicani, socialisti, gari-
             baldini e liberali. L’evento è raccontato sulla Cronaca di Roma de Il Giornale
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             d’Italia e del Messaggero nell’edizione del giorno dopo .
                I quotidiani raccontano che quel giorno è in programma la consegna della ban-
             diera alla sezione romana della giovane associazione dei mutilati, alla presenza
             di alcuni feriti reduci dal fronte. L’Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi di
             Guerra ha forti legami con i partiti progressisti e con l’interventismo democratico.
                La presidenza del Fascio garibaldino italiano invita i soci a ritrovarsi alle 16.30
             in piazza Venezia per prendere parte alla cerimonia patriottica di piazza di Siena.
                Nel piazzale prossimo a villa Borghese parlano il deputato repubblicano Piroli-

             nie l’avvocato Romualdi. La bandiera è consegnata al tenente Simonti, vice presi-
             dente dei mutilati, dal ministro cremonese Leonida Bissolati socialista riformista,
             interventista e volontario di guerra negli alpini. Largo risalto è dato al suo discor-
             so, in cui parla della guerra in generale e della fraternità d’armi con la Serbia, la
             cui delegazione è presente alla cerimonia. In particolare il ministro accenna agli
             “insidiosi equivoci sparsi ad arte” per rovinare l’amicizia italo-serba “che non può
             essere offuscata dalla contesa per un tratto di terra o di mare”, facendo riferimento


             10  Cronaca di Roma, Il Giornale d’Italia, 10 settembre 1917, Il Messaggero, 10 settembre 1917.
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