Page 32 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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32 il 1916. EvoluzionE gEopolitica, tattica E tEcnica di un conflitto sEmprE più EstEso
infatti optato per la neutralità, mentre il primo ministro Venizelos, ha manife-
stato fin dall’inizio il suo favore per l’Intesa. Il disaccordo tra i due provoca una
profonda spaccatura nel mondo politico e nella società greca. Mentre il paese
sprofonda in una crisi gravissima, sull’orlo della guerra civile, i suoi rapporti
con l’Intesa divengono sempre più tesi. Nel giugno 1916 i governi dell’Intesa
prendono infatti seriamente in considerazione l’idea di uno sbarco al Pireo al fine
di esercitare pressioni su Costantino e porre fine all’ambigua politica di Atene.
Le operazioni sul Fronte Orientale e nel Caucaso
Ad est, l’inverno blocca le operazioni, limitate ormai a piccole azioni di pat-
tugliamento e scontri occasionali. Sottoposti a una forte pressione sul Fronte
occidentale, i francesi chiedono però alla Russia di sferrare un attacco di alleg-
gerimento nel loro settore. Questa richiesta porta alla decisione russa di attaccare
nell’area del lago Naroch. Un’offensiva che si dimostra però incapace di provo-
care risultati tangibili, tanto che il 14 aprile le truppe zariste devono ritirarsi. Il
comandate delle forze russe, generale Aleksej Alekseevič Brusilov, pianifica a
questo punto una grande offensiva per maggio.
Le condizioni delle truppe in linea sono però incerte e si registrano persino
pericolosi episodi di fraternizzazione, come quando il 10 aprile, giorno della
Pasqua ortodossa, in Galizia si verificano episodi di tregua spontanea. Brusilov
emana a questo punto ordini contro la “fraternizzazione” (18 aprile) nel tentativo
di ristabilire una adeguata disciplina tra le truppe, il cui spirito combattivo sem-
bra in alcuni casi vacillare.
Sul fronte del Caucaso i russi del generale Nikolaj Nikolaevič Judenič, nono-
stante il rigido clima, riescono intanto a respingere i turchi prendendo migliaia
di prigionieri, incalzando il nemico e facendo balenare l’ipotesi di una ulteriore
avanzata in Anatolia. Le truppe russe lasciano infatti a sorpresa i loro quartieri
invernali e puntano verso Erzurum. Queste forze comprendono il I Corpo del
Caucaso e il II Corpo del Turkestan, che agiscono sull’asse Kars-Erzurum, setto-
re teoricamente più forte delle difese ottomane. La 3ª Armata ottomana, schierata
a difesa del settore di Erzurum, è invece composta dai Corpi d’armata IX, X e
XI; unità però a ranghi ridotti e molto inferiori agli attaccanti.
Gli ottomani non si erano aspettati un attacco in pieno inverno e la vittoria
russa nella battaglia di Köprüköy (10-19 gennaio 1916) li obbliga a un primo
ripiegamento. Dopo una settimana di combattimenti le truppe turche si ritirarono
dunque verso la fortezza di Erzurum, da loro ritenuta inespugnabile. Anche sulla
base di questo erronea valutazione delle proprie posizioni, il Comando supremo
ottomano non agisce con celerità e di fatto non invia rinforzi proprio quando
questi – dopo la sanguinosa sconfitta di Köprüköy – sarebbero stati più necessari.
L’11 febbraio i russi attaccano Erzurum, impiegando circa 250 pezzi di ar-
tiglieria, pochi giorni dopo, il 16 febbraio, il comandante ottomano Mahmud

