Page 34 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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             criteri del tempo in effetti velocissima e porta già nel primo giorno alla cattura di
             quasi 26.000 austriaci. Il 5 giugno, quasi senza incontrare resistenza, i russi oc-
             cupano la città di Luc’k. La 4ª e la 6ª Armata austriaca hanno infatti rapidamente
             ceduto lungo un vasto tratto di fronte – un centinaio di km – per una profondità
             di circa 40 km. A nord delle paludi di Pryp’jat’ la resistenza degli austro-ungarici
             è più efficace, ma comunque incapace di respingere gli attaccanti, con i russi che
             si spingono fino a minacciare la città di Černivci (Czernowitz), capoluogo della
             Bucovina.
                Il successo, oltre che dal limitato uso delle artiglierie che non aveva permesso
             agli austriaci di rientrare in tempo nelle trincee dai propri rifugi, è dovuto all’uso
             nelle fasi iniziali di reparti d’attacco infiltratisi tra le linee nemiche; una nuova
             tattica che si dimostra estremamente efficace nelle prime fasi dell’operazione.
             Gravi perdite sono dunque inflitte agli austro-ungarici. 6
                Il mancato o comunque inadeguato sforzo delle forze zariste nel settore set-
             tentrionale del fronte favorisce però lo spostamento delle riserve nemiche – so-
             prattutto tedesche – che rendono quindi possibile agli Imperi Centrali riorganiz-
             zare il proprio schieramento e sostenere le forze austro-ungariche che più a sud
             sono sottoposte alla forte pressione dell’avanzata russa. L’allungamento delle
             linee di rifornimento degli attaccanti e l’inadeguato sistema logistico a dispo-
             sizione di Brusilov provoca poi un rallentamento dell’avanzata, impedendo in
             particolare un rapido spostamento delle artiglierie nei punti del fronte più sensi-
             bili. Nonostante ciò, mentre le perdite da entrambe le parti aumentano continua-
             mente, a fine luglio, la città di Brody, cade in mano russa.  Alla fine di quel mese,
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             i generali Hindenburg e Ludendorff assumono anche il comando della difesa
             dell’intero settore austro-ungarico. I comandi tedeschi si attivano ora per soste-
             nere e riorganizzare il loro indebolito alleato, anche attraverso la formazione di
             battaglioni misti austro-tedeschi. Arrivano persino reparti ottomani, impiegati in
             combattimento alla fine di agosto. 8
                Ai primi di settembre le truppe zariste raggiungono le pendici dei Carpazi,
             per essere infine fermate dall’arrivo di reparti tedeschi prelevati dal fronte fran-
             cese, oltre che dall’impossibilità logistica di sostenere ulteriormente l’avanzata.
                Il 20 settembre l’attacco si estingue, soprattutto per motivi logistici, avendo
             comunque raggiunto l’obiettivo di distogliere forze tedesche da Verdun e co-
             stringere gli austro-ungarici a prelevare una parte delle proprie truppe dal settore
             del Trentino. L’offensiva ha inoltre un peso nella definitiva decisione della Ro-
             mania di entrare in guerra dalla parte dell’Intesa.


             6  Si contano infatti oltre 400.000 prigionieri.
             7  Abbandonate ben presto le tecniche di infiltrazione, i comandi russi tornano intanto ad utiliz-
                zare le classiche ondate di uomini, con il conseguente crescente spreco di vite umane.
             8  M. Gilbert, La grande storia della Prima guerra mondiale, Mondadori, Milano 2009, pp. 338-339.
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