Page 39 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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I SeSSIone - l’evoluzIone InternazIonale del ConflItto               39



             successi, come la presa di Monastir, il Fronte macedone rimane essenzialmente
             periferico; le perdite sono state ad ogni modo rilevanti e in gran parte conseguen-
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             za di malattie.
                La 35ª Divisione rimane schierata nell’area di Monastir, impegnata a combat-
             tere soprattutto le difficili condizioni climatiche, prima di essere infine spostata
             in un settore momentaneamente più tranquillo, lungo il fiume Cerna, alle dirette
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             dipendenze dell’AFO. Un terreno difficile, caratterizzato da aree paludose e dal
             massiccio del Kajmakčalan in direzione alla valle del Vardar, dove gli italiani
             non dispongono inizialmente di ripari adeguati.
                Sul finire del 1916, mentre in Macedonia si combatte, matura anche la crisi
             tra Intesa e Grecia.

             La Grecia e lo Scisma nazionale
                Un altro aspetto di grande rilievo per gli equilibri complessivi del conflitto
             nel 1916 è rappresentato dalla neutralità della Grecia. Dopo il fallimento dell’In-
             tesa nella campagna dei Dardanelli, il sovrano ellenico, Costantino, ha infatti
             optato per la neutralità, mentre l’allora primo ministro Eleftherios Venizelos, si è
             mostrato favorevole all’Intesa. Il disaccordo tra questi due importanti personaggi
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             provoca una profonda spaccatura nella società greca.  Ciò contribuisce ad ali-
             mentare i sospetti dei governi alleati sulle reali intenzioni di Atene. Tra maggio
             e giugno 1916, si consuma la fase più acuta della crisi tra Grecia e Intesa, con
             il blocco dei porti, la richiesta di smobilitazione dell’esercito e i governi alleati
             che valutano anche uno sbarco al Pireo.  Un progetto poi sospeso in seguito
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             all’accettazione da parte di Atene di una nota con la quale si richiede il ritiro
             delle forze elleniche da Macedonia e Tessaglia, oltre alla consegna di una parte
             della flotta. Ad ogni modo la Grecia si trova ad affrontare una crisi politica gra-
             vissima, quasi sull’orlo della guerra civile, senza riuscire a ristabilire rapporti di
             reale fiducia con i governi dell’Intesa. Di fatto poi, il territorio a est di Salonicco,
             inclusa Kavala, è in quel momento sotto controllo bulgaro. Il governo, che ha
             ordinato le sue truppe di non opporre resistenza all’avanzata bulgara, ha perso in
             questo modo il rispetto di molti. L’abbandono delle provincie conquistate appena
             nel 1913, è un evento traumatico e l’ultima goccia per molti militari; questi, con

             25  Soprattutto malaria, tifo e dissenteria. Ad esempio gli italiani perdono in due mesi quasi 5.000
                uomini. L’esercito italiano nella Grande Guerra (1915-1918), cit., p. 236.
             26  Per le vicende legate ai rapporti tra italiani e francesi in Macedonia si rimanda a Vagnini, Italia
                e Balcani nella Grande Guerra, cit.
             27  Per un quadro generale della situazione politica greca, cfr. R. Clogg, Storia della Grecia mo-
                derna, Bompiani, Milano 1996.
             28  Per l’analisi dei difficili rapporti tra Intesa e Grecia si rimanda ad A.S. Mitrakos, France in
                Greece during World War I: A Study in the Politics of Power, Columbia University Press, New
                York 1982.
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