Page 41 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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I SeSSIone - l’evoluzIone InternazIonale del ConflItto 41
si minaccia il principio dinastico e la legalità costituzionale – tema questo caro
anche ai britannici – sia perché un rafforzamento di Venizelos significherebbe
anche maggior potere per quelle forze nazionaliste greche che sono già in aperta
competizione con l’Italia in Albania ma anche su questioni come il futuro status
del Dodecaneso e dell’Anatolia occidentale. Non a caso, Sonnino teme l’affer-
mazione dei venizelisti per le loro posizioni chiaramente espansioniste e per la
minaccia che potrebbero rappresentare per gli interessi balcanici e mediterranei
dell’Italia. Per gli stessi motivi a Roma si teme anche il ruolo che potrebbe svol-
gere nell’intera vicenda il generale Sarrail. Da queste discussioni emerge chia-
ramente la distanza esistente tra gli Alleati e soprattutto come l’Italia non possa
aspettarsi molto da parte francese e britannica. La conferenza di Roma produrrà
inoltre un ultimatum con il quale si richiede l’incondizionato ritiro delle forze
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greche nel Peloponneso.
Gli eventi descritti non rappresentano ad ogni modo la fine della questione
greca, che in effetti si trascinerà nei mesi successivi fino all’esilio di Costantino.
La Romania in guerra
Nel frattempo, il governo di Bucarest, dopo lunghe tergiversazioni è final-
mente pronto a scendere in campo dalla parte dell’Intesa; una decisione questa,
incoraggiata anche dall’analisi della situazione complessiva del conflitto in quel
momento e dai guadagni che la Romania potrebbe trarre da un’azione diretta.
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A fine agosto Bucarest scioglie dunque gli indugi, entrando in guerra e aprendo
due nuovi fronti. In cambio della partecipazione al conflitto, la Romania chiede il
riconoscimento delle proprie aspirazioni sulla Transilvania e su altre porzioni di
territorio austro-ungarico. Tuttavia, fin dai primi contatti con gli Alleati, emerge
la difficoltà di immaginare una partecipazione romena senza un’adeguata coper-
tura da parte degli altri eserciti dell’Intesa, soprattutto considerando l’alta pro-
babilità di dover combattere su due fronti contemporaneamente – Transilvania e
Dobrugia; così come essenziale appare ai politici romeni un riconoscimento for-
male per le future acquisizioni territoriali. Ciò significa in primo luogo ottenere
garanzie per evitare la possibilità di una pace separata, uno status paritario alla
futura conferenza di pace, regolari rifornimenti, il sostegno diretto russo.
La Romania conclude un trattato con l’Intesa il 17 agosto, dichiarando guerra
agli Imperi Centrali dieci giorni dopo. Il 27 agosto ha dunque inizio l’offensiva
romena nei Carpazi. Ben presto Cadono Brașov (Brassó), Făgăraș e Miercurea
Ciuc (Csíkszereda), e viene raggiunta la periferia di Sibiu (Nagyszeben). Il 1º
settembre tuttavia, le forze bulgare, tedesche e turche al comando del genera-
35 DDI, Quinta Serie, vol. VII, doc. 49.
36 Per la situazione complessiva del teatro balcanico nella primavera-estate del 1916, cfr. Les
Armées françaises dans la Grande Guerre, cit., I, pp. 494-504.

