Page 43 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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I SeSSIone - l’evoluzIone InternazIonale del ConflItto               43



             truppe da montagna ottengono un nuovo successo presso Sibiu. Il 4 ottobre la
             2ª Armata romena attacca gli austro-ungarici vicino Brașov ma viene respinta e
             costretta a ripiegare. Anche la 4ª Armata romena inizia a ritirarsi senza subire
             pressione da parte del nemico. In seguito a queste operazioni, entro il 25 ottobre,
             tutte le truppe romene rientrano nei propri confini. Seguono diversi attacchi volti
             a mettere alla prova il nuovo schieramento romeno fino a quando, il 10 novem-
             bre, gli austro-tedeschi lanciano un attacco contro il passo Vulcan, respingendo
             nel giro di due settimane i difensori romeni verso la pianura. A metà novembre
             i romeni sono già arretrati profondamente all’interno del proprio territorio, eva-
             cuando il 17 Târgu Jiu e la settimana successiva Craiova. 39
                A sud, von Mackensen aveva intanto lanciato una nuova offensiva il 20 otto-
             bre. Dopo la caduta di Cernavodă, la difesa della parte di Dobrugia romena anco-
             ra libera è affidata ai soli russi, demoralizzati e praticamente privi di rifornimen-
             ti, lentamente ma inesorabilmente respinti verso le paludi del delta del Danubio.
             Il 23 novembre, le forze di von Mackensen attraversano il Danubio cogliendo i
             romeni di sorpresa, e avanzando rapidamente verso Bucarest, incontrando sola-
             mente una debole resistenza. L’attacco di von Mackensen rischia di tagliare fuori
             una buona metà dell’esercito romeno spingendo i romeni a tentare un disperato
             contrattacco che i russi si rifiutano però di sostenere in alcun modo. La nuova
             fallimentare offensiva romena si svolge all’inizio di dicembre. Von Mackensen
             è abile nel contenere l’assalto nemico e nel giro di pochi giorni l’attacco si di-
             mostra vano, innescando una ritirata generale. Bucarest cade il 6 dicembre e la
             situazione militare del paese balcanico appare quasi compromessa; oltre 150.000
                                                                                 40
             soldati sono caduti prigionieri, mentre la corte e il governo riparano a Iași.  I
             russi sono a questo punto persino costretti a inviare nuove divisioni per prevenire
             l’invasione del proprio territorio.
                Nonostante le aspettative della vigilia, e i furiosi combattimenti, il contributo
             romeno si dimostra dunque insufficiente a cambiare le sorti del conflitto in que-
             sto teatro.














             39  Les Armées françaises dans la Grande Guerre, cit., II, p. 252. Sull’evacuazione della Va-
                lacchia cfr. ivi, pp. 254-256.
             40  Le perdite complessive romene in questa prima fase del conflitto sono 250.000, mentre quelle
                degli Imperi Centrali sono circa 60.000.
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