Page 366 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
P. 366

366           il 1916. EvoluzionE gEopolitica, tattica E tEcnica di un conflitto sEmprE più EstEso


             non trascurabile rilevanza:
                •	 l’esordio di quella scuola da campo per studenti di Medicina che prenderà
                   poi il nome di “Università Castrense di San Giorgio di Nogaro”,
                •	 l’impiego nel mese di giugno sulla fronte italiana, da parte dell’avversa-
                   rio, dell’arma chimica,
                •	 l’introduzione generalizzata dell’elmetto, con la circolare del 24 aprile
                   1916, e i riflessi che questa ebbe in campo medico,
                •	 il ruolo avuto dai medici e militi della Croce Rossa Italiana e Britannica
                   nel mese di agosto, nell’affiancare e soccorrere i combattenti nel corso
                   della presa di Gorizia.

             L’Università Castrense di San Giorgio di Nogaro
                Per rendersi conto di quelle che furono le enormi esigenze di personale sa-
             nitario e in particolare di medici, esigenze con cui l’Esercito dovette in breve
             confrontarsi allo scoppio del conflitto, basti pensare che nei periodi anteriori alla
             guerra il quadro organico del Corpo Sanitario Militare comprendeva meno di
             800 Ufficiali Medici. Già nel secondo anno di guerra, con una capillare chiamata
             alle armi, vennero mobilitati oltre 14.000 sanitari di cui 8050 vennero impiegati
             in zona di guerra e 6000 nelle strutture territoriali. 3
                Nonostante questi consistenti numeri, lo Stato Maggiore dovette constatare
             il permanere di una carenza di ufficiali medici soprattutto nella zona del fronte
             dove le sensibili perdite di vite umane non risparmiarono certo il Corpo Sanita-
             rio.
                Alla Patria dettero infatti la vita, nell’arco del conflitto, ben 720 medici, dei
             quali 397 morirono in combattimento, con una proporzione del 118,2 ogni 1000
             medici mobilitati, caduti sul campo di battaglia, e dell’ 81,6 deceduti per malattia
             contratta in servizio.
                Non meraviglia quindi che, già sul finire dell’anno 1915, il Comando Supre-
             mo prospettasse la possibilità dell’istituzione di una Scuola Medica da Campo
             sul fronte friulano, per sopperire a quelle che erano le ingenti perdite e a quella
             che era comunque l’insufficienza di Medici in zona di guerra. 4
                Si vuole che tra coloro che per primi caldeggiarono questo progetto vi fosse
             l’Ispettrice delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa, duchessa Elena d’Ao-
             sta, consorte del comandante della 3^ Armata, che, nella sua instancabile attività
             soprattutto in zona di guerra, aveva toccato con mano più volte l’insufficienza
             numerica del Corpo dei sanitari, se raffrontata alle enormi e crescenti esigenze.
                Non si può negare che una certa parte del mondo accademico, di fronte alla


             3  Arturo Casarini. Storia della Medicina Militare, Editoriale Arte e Storia. Milano-Roma 1943
             4  Daniela Baldo, Massimiliano Galasso, Daniele Vianello, Studenti al fronte, Libreria Editrice
                Goriziana, Gorizia 2010
   361   362   363   364   365   366   367   368   369   370   371