Page 490 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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490 il 1916. EvoluzionE gEopolitica, tattica E tEcnica di un conflitto sEmprE più EstEso
reo che contribuì molto al successo di alcune operazioni belliche e alla consa-
pevolezza che anche l’intelligence poteva avere una diversa dimensione proprio
facendo uso del nuovo mezzo per una raccolta informativa di carattere ‘operati-
vo’ che portasse a un’analisi corretta delle forze aeree avversarie e alla corretta
pianificazione di efficaci operazioni di bombardamento.
La logistica si fece più efficiente. Furono sperimentate grandi novità anche
nella movimentazione delle truppe e dei mezzi, mai così ingenti le prime e i se-
condi, come parte di una mobilità totale che investiva l’apparato industriale. E in
questo settore industriale come per altri fu vivace la ricerca scientifica in ragione
delle esigenze belliche; in campo medico la chirurgia e gli studi su medicamenti
raggiunsero notevoli traguardi imposti anche dalla necessità di salvare più pos-
sibili vite umane e nuove possibilità di cura furono rapidamente sperimentate.
Sul mare fu esercitata una azione coordinata quotidiana e pressante che ebbe
ragione della pur potente flotta austro ungarica …uno sforzo titanico per il Re-
gno d’Italia.
Dunque se, pur nella tempestosa situazione di una guerra mondiale, il 1916
fu un anno in qualche modo positivo per le Forze Armate italiane e per altri set-
tori della produzione e dell’economia italiana, non lo fu però soprattutto per la
popolazione civile e non solo per quella militare. Come rilevato da molti storici,
quella scoppiata nel 1914 era una guerra (agli inizi solo europea), che vedeva la
partecipazione non solo dei ‘professionisti’ della guerra, cioè i militari, ma di
tutta la popolazione civile: era una guerra totale, fu una guerra di ‘masse’. Nei
conflitti precedenti, l’esercito si era battuto con numeri decisamente più piccoli.
Invece in questa guerra ‘totale’ i numeri furono grandi e la mobilitazione dovet-
te essere di massa e non ristretta a poche classi. Non fu valutato correttamente
l’impiego di risorse finanziarie necessarie, oltre che umane, per rendere efficienti
le Forze Armate, in grado di combattere anche d’inverno, ad esempio. Le grandi
organizzazioni industriali non erano state preparate a fornire quanto richiesto
dallo sforzo bellico mentre l’Inghilterra aveva da tempo impegnato la produzio-
ne delle acciaierie americane per gli anni seguenti al 1915.
Interventisti e militari in campo di battaglia non compresero la realtà di una
guerra lunga e totale, di battaglie sanguinose, di estrema violenza sui campi di
battaglia e nelle retrovie occupate dai nemici. Non compresero che questa vio-
lenza si sarebbe abbattuta in pieno anche sulla popolazione civile, preda delle
forze occupanti o sfollata da quei territori che si convertivano in prima linea.
Gas asfissianti furono sperimentati anche su donne e bambini, non solo sui
belligeranti. Una nuova crudeltà, il diritto internazionale troppo spesso dimen-
ticato: eppure a Bruxelles, nel 1874, si era riunita una conferenza per rivedere
quelli che erano chiamati gli ‘usi della guerra’ e accertare le responsabilità delle
violenze ‘gratuite’ in guerra. Peraltro, già nel 1864 era stata firmata la prima, di
una lunga serie, Convenzione di Ginevra per il miglioramento della condizione

