Page 144 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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144 il 1917. l’anno della svolta
Il 13 novembre, il battaglione “Monfalcone” della Regia Marina – cui era
stata affidata la difesa del settore dell’estremità orientale del Canale Cavetta fino
alla foce del Piave – ebbe il battessimo del fuoco: alle 05:30, due barconi au-
striaci, ciascuno con una decina di uomini armati di bombe a mano e appoggiati
dalle mitragliatrici presero terra nei pressi di Cascina Cornoldi Nord, spezzando
la resistenza italiana. Immediatamente contrattaccati con bombe a mano, armi
da fuoco e alla baionetta, gli austriaci ripiegarono, abbandonando sul terreno
materiali (mitragliatrici e bombe a mano), morti e prigionieri (tra i quali, un uf-
ficiale). Il 14 novembre l’attacco fu reiterato da terra e, questa volta, appoggiato
dal mare, con le siluranti austro-ungariche che aprirono il fuoco contro il litora-
le, anche per identificare le nostre batterie. Il 15 novembre le siluranti nemiche
ritornarono, questa volta scortate da aeroplani, nella zona di Cortellazzo e attac-
carono la batteria da 152/40 che la Regia Marina aveva colà ridislocato (Tenente
di Vascello Bruno Bordigioni).
L’azione di cortellazzo (16 novembre 1917) e le operazioni riverine
della regia Marina
La più importante azione nemica, però, si sviluppò il successivo 16 novembre
e fu finalizzata a «saggiare l’efficacia della nostra flotta». Gli austro-ungarici
riuscirono a occupare l’argine sinistro del Vecchio Piave, tra Capo Sile e Ca-
vazuccherina, appoggiati dal Naval Gun Fire Support di una divisione navale,
incentrata sulle due navi da battaglia Budapest e Wien – salpate da Trieste con
la scorta di undici torpediniere – che bombardarono il litorale italiano nei pressi
di Cortellazzo.
Gli Italiani fecero uscire da Venezia i sommergibili F 11 e F 13, le due Squa-
driglie cacciatorpediniere orsini e Animoso e i MAS 9, 13 e 15.
Si trattava di una forza decisamente inferiore al gruppo nemico ma nondime-
no determinata.
Del complesso navale italiano che era salpato da Venezia, solo i MAS 13
(Capitano di Fregata Costanzo Ciano) e 15 (Tenente di Vascello Luigi Berardi-
nelli) riuscirono ad avvicinarsi abbastanza alla formazione navale nemica che,
peraltro, fu attaccata anche dagli idrovolanti italiani, che sganciarono bombe da
circa 1.000 m di altezza. Il combattimento fu tanto rapido quanto aspro. Col sole
alle spalle e mascherati dal fumo delle artiglierie nemiche, i MAS si portaro-