Page 147 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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             sentata dalle due navi da battaglia austriache Wien e Budapest, basate a Trieste,
             già protagoniste delle descritte azioni contro il litorale veneto: per evitare nuove
             puntate offensive delle stesse, era necessario porle fuori combattimento.
                Dando attuazione alla strategia della “battaglia in porto” – elaborata dall’am-
             miraglio Paolo Thaon di Revel, Capo di Stato Maggiore della Marina nel 1915 e
             nuovamente nel 1917-1919 – si decise di tentare un attacco preventivo contro la
             base nemica di Trieste e le navi in essa ancorate.
                Già nella primavera e nel settembre 1917, il Comandante Luigi Rizzo e lo
             stesso Thaon di Revel avevano, rispettivamente, condotto altrettante ricognizioni
             preventive degli ancoraggi di Trieste e, dunque, ora si poteva passare all’azione.
                Nella notte tra il 9 e il 10 dicembre 1917, i MAS 9 (comandante il Tenente di
             Vascello Luigi Rizzo) e 13 (Capo timoniere 1^ cl. Andrea Ferrarini) salparono da
             Venezia, sotto la scorta delle torpediniere 9 PN (Capitano di Corvetta Silvio Bo-
             naldi) e 11 PN (Tenente di Vascello Mario Pellegrini), che avrebbero rimorchiato
             i motoscafi siluranti italiani fino all’imboccatura del porto giuliano. Qui giunti,
             gli equipaggi dei due MAS – dopo quasi due ore di duro e silenzioso taglio, a
             mano, dei cavi delle ostruzioni – riuscirono a penetrare con le proprie unità nel
             Vallone di Muggia, navigando lentamente e senza rumore, sui motori elettrici.
             Dopo un’ultima ricognizione, destinata a confermare la mancanza di reti parasi-
             luri nel bacino portuale, i MAS lanciarono a distanza ravvicinata. Il Wien, colpito
             a centro nave, affondò in pochi minuti. Nonostante la pesante reazione avversa-
             ria i due MAS guadagnarono l’uscita e rientrarono illesi alla base.
                L’episodio non fu opera casuale, in quanto frutto di una lunga e meticolosa
             preparazione, e costituì una brillante dimostrazione di impiego di mezzi speciali,
             di addestramento del personale che la condusse e di non comuni doti professio-
             nali e militari.
                Quell’azione fu importantissima sia per la Regia Marina – si trattava di un
             grande successo dopo mesi e mesi di duro e oscuro lavoro – sia per il Paese, dal
             momento che contribuì a indurre fiducia nei confronti delle capacità belliche
             nazionali, dopo il disastro di Caporetto; al Tenente di Vascello Luigi Rizzo – ben
             presto presentato come il “vendicatore di Lissa” – fu conferita la prima Medaglia
             d’Oro al Valor Militare.
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