Page 146 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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146 il 1917. l’anno della svolta
zione. Fu una lotta impari ma destinata a premiare
gli audaci: Thaon di Revel, dopo quel giorno, prese
a definire la batteria di Cortellazzo come “Batteria
Bordigioni” e il suo comandante fu decorato con la
medaglia d’argento al valor militare.
Due giorni dopo i combattimenti del 16, dunque
il 18 novembre, furono gli italiani a bombardare
dal mare le postazioni del nemico. Una squadriglia
di cacciatorpediniere, composta da audace, Abba,
ardente e Animoso batté, di buon mattino, le trin-
cee austriache presso Caorle e Revedoli con 600
colpi di cannone da 102mm. L’azione, che sollevò
l’entusiasmo delle truppe italiane e le ire dei generali asburgici, venne rinnovata
il giorno seguente (19 novembre) dai caccia Stocco, orsini, Sirtori e ardito, che
tirarono 100 colpi per pezzo contro le linee nemiche tra Revedoli e Caorle; il 21
novembre fu il turno delle postazioni avversarie presso Grisolera. Detto obiettivo
venne nuovamente attaccato il 23, questa volta da ben 8 cacciatorpediniere. La
reazione nemica, affidata alle batterie costiere e agli aerei, si rivelò inefficace. Il
successivo 25 novembre, il piroscafo armato Capitano Sauro (Tenente di Vascel-
lo Luigi Biancheri) e la cannoniera Folgore - due piccoli ex mercantili asburgici
catturati nel 1915 - risalirono addirittura il Piave per 5 chilometri, cannoneggian-
do e mitragliando, a uno a uno, tutti i capisaldi austriaci avvistati, in una vera e
propria operazione fluviali: in particolare, il cannoneggiamento operato dal Ca-
pitano Sauro fu essenziale per assicurare alle nostre truppe un valido appoggio di
fuoco nella riconquista della testa di ponte nemica a Cava Zuccherina.
L’azione di rizzo contro la Wien (9-10 dicembre 1917)
Tutte queste azioni vanno inquadrate nella più generale “battaglia di arresto”
che le Forze Armate italiane sostennero dopo lo sfondamento nemico a Caporet-
to, quando l’avanzata degli austro-tedeschi fu definitivamente bloccata sul Piave.
Di fronte all’imprevista resistenza italiana, era altamente probabile che gli
austro-tedeschi avrebbero modificato i piani originari. In particolare, si temeva
che le unità maggiori della Kaiserliche und Koenigliche Marine potessero es-
sere impiegate per attaccare il fronte italiano, non ancora consolidato o anche
per impegnare le nostre forze in altri teatri d’operazione, così da obbligarci ad
abbandonare la linea di resistenza nel Veneto. Venne quindi dato ordine ai vari
Comandi (Venezia, Ancona, Brindisi, Valona) di essere pronti a qualsiasi even-
tualità, fu intensificata la vigilanza, soprattutto in Alto Adriatico, e fu studiato
il modo di arrecare al nemico danni preventivi, cioè prima ancora che potesse
porre in atto qualsiasi azione offensiva.
In particolare, i comandi italiani erano preoccupati dalla minaccia rappre-