Page 241 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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             Parvus e la sua idea . L’ambasciatore a Copenaghen Brockdorff-Rantzau prese
             quindi contatti con lui, mettendo a punto l’idea del treno e i dettagli dell’apporto
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             economico .
                Lenin, dal canto proprio, era anche lui comprensibilmente restio. Un abboc-
             camento col militarismo tedesco non era il viatico che aveva immaginato per la
             rivoluzione mondiale. Esplorò ogni via alternativa per raggiungere la Russia,
             compresa una fuga in mongolfiera, ed anche quando si fu risolto all’accordo coi
             tedeschi cercò fino all’ultimo istante un’intesa pure con gli Alleati. La mattina
             della partenza chiamò l’Ambasciata americana a Berna, ma il funzionario di
             turno, Allen Dulles, gli notificò l’assenza dell’ambasciatore, essendo domenica.
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             Riprovasse lunedì .
                Il gruppo bolscevico arrivò in Russia a bordo di un treno il 3/16 aprile. Lenin
             pubblicò pochi giorni dopo un violento panphlet contro la guerra noto come le
             tesi di aprile. L’8/21 dello stesso mese i servizi segreti tedeschi da Stoccolma
             trasmettevano a Berlino: “Rientro Lenin in Russia riuscito. Sta operando esatta-
             mente come auspicavamo” .
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                Poco più di sei mesi dopo, il colpo di stato bolscevico spazzò via la Russia
             borghese alleata dell’Intesa. Nel marzo seguente la Russia si arrendeva alla Ger-
             mania a Brest-Litovsk. A quel punto però l’astuto Parvus era già fuori gioco.
             Lenin, preso contatto coi tedeschi durante il tragitto in Germania, non faticò ad
             intendersi con loro senza intermediari e in breve mise alla porta l’ingombrante
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             compagno di viaggio, che per altro non si era mosso dalla sua villa di Berlino .
                Gli Alleati non cessarono mai di tentare di riportare Germania e Russia in
             guerra, arrivando a puntare persino su fazioni dissidenti del partito bolscevico e
             dei socialisti rivoluzionari, che scatenarono a questo scopo nell’estate 1918 una
             campagna terroristica e un tentato colpo di Stato. Fu tutto inutile, Lenin riuscì a
             mantenere il potere imponendo brutalmente alla Russia il proprio ordine.
                Difficilmente avrebbe potuto senza l’aiuto tedesco, aiuto che si protrasse ben
             oltre la pace di Brest-Litovsk. Poco considerato dai libri di storia, un secondo
             trattato firmato quell’anno, in estate, segnò infatti un passo successivo dei rap-


             47  GEMINELLO ALVI, Dell’estremo occidente. Il secolo americano in Europa. Storie economi-
                che. 1916-1933, Firenze, Nardi, 1993, pp. 50-52.
             48  C. MERRIDALE, lenin sul treno, cit., p. 129.
             49  Ivi, p. 133.
             50  Ivi., p. 219.
             51  Gli archivi del Comitato centrale del PCUS hanno rivelato nel corso degli anni ’90 un versa-
                mento il 18 giugno del 19117 da parte di un industriale della Rhur di 350.000 marchi su di un
                conto svedese intestato a Lenin, mentre l’8 gennaio 1918 un analogo versamento da parte della
                Reichsbank arrivò a Trockij. I documenti furono pubblicati dal settimanale tedesco Stern nel
                1993.
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