Page 240 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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                Del mondo politico clandestino russo i vertici tedeschi sapevano tutto, essen-
             do tedesca o stampata in tedesco quasi tutta la letteratura marxista. Il tedesco era
             anche l’unica lingua che i rivoluzionari di tutto il mondo parlassero, e tedeschi
             erano i cantoni della Svizzera, che ne ospitava il maggior numero.
                Anche Londra e Parigi, come New york, avevano folte colonie di rifugiati
             politici russi, ma la loro posizione era congelata dall’alleanza fra Washington
             e S. Pietroburgo. Un ricco banchiere newyorkese, Jakob Schiff, finanziava ef-
             fettivamente le attività di un gruppo di rivoluzionari analogo a quello svizzero,
             guidato dal giornalista ebreo-ucraino Leon Bronstein-Trockij. Nemico acerrimo
             dello zarismo, Schiff aveva ostacolato in ogni modo gli aiuti economici america-
             ni alla Russia fin dal 1894, e nel 1904 era stato il mallevadore di un prestito di 30
             milioni di sterline-oro al banchiere Koreiho Takahashi con cui il Giappone aveva
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             finanziato la guerra contro lo zar .
                I tedeschi, colpiti proprio dall’esempio del 1905, quando la guerra contro il
             Giappone dovette essere interrotta dalla Russia scossa dalle sommosse rivolu-
             zionarie, decisero quindi di puntare sul più cospicuo gruppo di sovversivi russi
             che si trovava, come detto, in Svizzera, dove l’ambasciatore Gisbert von Rom-
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             berg li seguiva attentamente .
                La proposta giusta venne al Ministero della Rivoluzione dalla vecchia cono-
             scenza dei Servizi tedeschi, Aleksandr Helphand, alias Parvus. Questi aveva già
             proposto alcune ipotesi di sovversione in Russia basate sugli scioperi operai, che
             però non si erano verificati . Ora propose di rimandare in Russia, ben fornito di
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             soldi, un gruppo di rivoluzionari russi in esilio a Zurigo.
                 Il loro capo, Vladimir Ulianov noto come Lenin, era l’uomo adatto per im-
             primere agli avvenimenti russi il corso desiderato a Berlino: caduta del governo
             Provvisorio e uscita immediata dalla guerra. Un treno sarebbe stato messo a sua
             disposizione dal confine svizzero e li avrebbe trasportati fino a Copenaghen, da
             dove avrebbero proseguito in nave e poi ancora in treno per la Finlandia .
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                I tedeschi furono dapprima diffidenti e presero tempo. Sperarono che il Go-
             verno provvisorio avrebbe chiesto la pace da sé. La situazione russa era del resto
             drammatica.
                Benchè il fallimento della guerra sottomarina e l’ingresso in guerra degli Usa
             in aprile non lasciassero presagire nulla di buono fu necessaria una dichiarazio-
             ne ufficiale del governo russo, con cui si riaffermava la volontà di combattere
             con l’Intesa fino alla “completa vittoria”, per convincere i tedeschi a puntare su




             43  GEMINELLO ALVI, Dell’estremo Occidente, cit., pp. 70-71.
             44  C. MERRIDALE, lenin sul treno, cit., pp. 56-57.
             45  Ivi, p. 69.
             46  PIERO MELOGRANI, Il mito della rivoluzione mondiale, pp. 14-15.
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