Page 235 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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                Bodenheimer in particolare era preoccupatissimo, come molti tedeschi, di
             una eventuale invasione russa delle provincie orientali dell’Impero tedesco, in-
             vasione che avrebbe portato alla distruzione delle locali comunità ebraiche, so-
             prattutto di quelle nelle terre polacche. Numerose notizie giungevano infatti dei
             nuovi pogrom che la dichiarazione di guerra alla Germania aveva provocato in
             Russia contro le minoranze tedesche e ebraiche, le quali stavano effettivamente
             venendo trasferite in Siberia in condizioni durissime. Per una parte dell’ebrai-
             smo tedesco la sconfitta della Russia assunse i contorni di una necessità assoluta
             e l’adesione alla guerra nazionale fu per esso più convinta che per qualsiasi altra
             componente della società tedesca. Lo Stato Maggiore tedesco dal canto suo fornì
             tutto l’appoggio possibile alle attività del Comitato Nazionale Ebraico, badando
             soprattutto che le prove dei pogrom russi, evidenti dopo la conquista tedesca
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             della Polonia nel 1915, fossero trasmesse alle comunità statunitensi .
                L’ingresso statunitense in guerra nel 1917, e il contemporaneo fallimento del-
             la offensiva sottomarina, condussero tuttavia la Germania a cambiare la strategia
             verso la Russia.
                La politica tedesca di destabilizzazione a oriente, del resto, aveva vissuto
             delle contraddizioni simili a quella asiatica. A Berlino non si scelse mai, al di
             là delle ambizioni del kaiser, una strategia a lungo termine, ma si perseguirono
             strumentalmente tutte quelle che a breve termine potevano offrire dei vantaggi.
             In questo modo l’appoggio contemporaneo al movimento nazionale polacco e a
             quelli ucraini e baltici entravano in contrasto continuamente, così come la po-
             litica filo-semita tanto pubblicizzata contraddiceva largamente l’appoggio alla
             guerra santa islamica.
                Anche sul fronte interno russo l’obbiettivo tedesco andò precisandosi solo
             col tempo. Esso non fu, all’inizio della guerra, volto a provocare una rivoluzio-
             ne in Russia, ma piuttosto una controrivoluzione reazionaria, un genere assai
             frequente nella storia russa, che riallineasse la politica di Pietrogrado con quella
             di Berlino o almeno portasse ad un armistizio. Solo quando il disegno, culmina-
             to inaspettatamente nella Rivoluzione di Febbraio, forse persino facilitata dalle
             Potenze Occidentali, fallì, la Germania con una operazione spericolata saltò sul
             cavallo della rivoluzione russa, che fino ad allora aveva solo fiancheggiato alla
             lontana, imprimendogli un moto imprevisto e un colore rosso fuoco. Ma andia-
             mo con ordine.


                rabia russa. Ivi, p. 24.
             30  L’attivismo tedesco in questo campo non fu estraneo alla fuga in avanti dei governi fran-
                cese e britannico nei confronti dei rispettivi Comitati Nazionali Ebraici, e alla conse-
                guente garanzia della Dichiarazione Balfour del novembre 1917 che riallineò l’ebraismo
                americano, a quel punto ormai liberato dalla imbarazzante presenza dello zar sul trono
                russo, con le politiche dell’Intesa.
             JON KIMCHE, Il secondo risveglio arabo, cit., pp. 25-26.
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