Page 230 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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             cui fu avvolta l’intera vicenda per lungo tempo, unitamente al fatto che a Singa-
             pore fossero internati tremila civili tedeschi, lascia però chiaramente intendere la
             grande preoccupazione che l’episodio destò nelle autorità coloniali britanniche.
                A Berlino il più convinto a giocare la carta dell’islamismo a dispetto della tut-
             to sommato scarsa eco che la chiamata al jiahd del sultano aveva ottenuto nelle
                                                                         14
             colonie europee fu sicuramente l’orientalista Max von Oppeneheim, . I tedeschi
             avevano catturato alcune migliaia di prigionieri musulmani sul fronte occiden-
             tale, soprattutto algerini e marocchini. Altre migliaia erano state prese dai turchi
             a Kut, in Mesopotamia. Fatti oggetto di una insistita propaganda tutta basata sul
             perché fossero venuti a combattere una guerra dei loro oppressori contro i loro
             fratelli di fede, circa 5.000, scelsero di ripudiare l’uniforme portata fino a quel
             momento. Essi furono concentrati in un campo presso Berlino, a Zossen, detto
             “Campo Mezzaluna” e nel vicino campo di Weinberg . Nel campo venne edifi-
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             cata un moschea, probabilmente la prima in Germania, e i prigionieri vi furono
             tenuti in moderata agiatezza. Lo stesso Oppenheim si travestì da mistico musul-
             mano per visitare il campo e svolgervi una azione di reclutamento. L’obbiettivo
             era di creare una legione da mandare a combattere sul fronte della Mesopotamia
             come esempio tangibile del richiamo che il “principe dei credenti” aveva nel
             mondo musulmano. Al momento di essere inquadrati, tuttavia, l’entusiasmo fu
             molto modesto, dei circa 3.000 aderenti in un primo momento un terzo non volle
             tornare a combattere ed anche l’affidabilità degli altri si dimostrò piuttosto labile.
             L’iniziativa non ebbe ulteriore seguito .  Gli unici che chiesero di essere mandati
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             al fronte furono 80 indiani sikh.
             Il jihad arabo
                Presso il Ministero degli Esteri tedesco nella Wilehlmstrasse fu radunato fin
             dall’estate 1914, sotto la guida del sottosegretario Arthur Zimmermann, un co-
             spicuo gruppo di esperti. Ne facevano parte Max von Oppenheim, diplomatico,
             archeologo e orientalista, Ernst Jackh, professore di storia ottomana, Richard
             Henning, esperto di Suez, Luis Trampe, esperto dei Dardanelli, Erich Meyer,
             esperto di Egitto. Il loro obbiettivo era di preparare una rivolta anti-britannica
             al Cairo che aprisse la strada alla conquista turco-tedesca del Canale di Suez.
             Il grande e antico paese nordafricano era infatti ritenuto dagli orientalisti te-



             14  LIONELL GROSSMAN The passion of Max von Oppenheim. Archaeology and intrigue in the
                middle East from Whilelm II to Hitler, OpenBook Publishers, 2013.
             15  PIER FRANCESCO ZARCONE, Il califfato ottomano e l’islam nella Prima Guerra Mondia-
                le, in: Studi Interculturali, n. 3, 2015, p. 94.
             16  FLORENCE WATERS, Germany’s Grand WW1 Jihad Experiment in Seven, The Sunday
                Telegraph, 10.08.2014.
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