Page 232 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
P. 232

232                                                  il 1917. l’anno della svolta



                                                                                  21
             Esteri britannico, informato a cose fatte, definì l’offerta “un castello in aria” .
             Ma bastò a mettere fuori gioco gli agenti del kaiser.
                L’ultimo atto della precaria collaborazione hashemita-ottomana avvenne nel
             maggio 1916. Giunto a Damasco per incontrare la missione militare tedesca in-
             caricata di organizzare la seconda offensiva su Suez, il figlio di Hussein, Feysal,
             incamerò le cinque tonnellate d’oro e i cinquemila talleri d’argento promessi-
             gli per equipaggiare i suoi guerrieri beduini. Non stupirà sapere che, tornato
             nell’Hegiaz abbandonò la scorta ottomana e scomparve nel deserto con i cam-
             melli carichi del denaro. Il 5 giugno, con un  colpo di fucile sparato dallo stesso
             imam Hussein contro le caserme turche di Medina, ebbe inizio la rivolta araba .
                                                                                  22
                I tedeschi avrebbero voluto a questo punto avanzare delle offerte alle tribù
             dell’Arabia centrale guidate dalla famiglia dei Saud, aderenti ad una versione
             ultra-tradizionalista ed eterodossa dell’islam. Queste tribù, più forti militarmente
             dei vicini hashemiti, avrebbero infatti faticato poco a reprimere la rivolta di Hus-
             sein. La cosa fu resa impossibile, più che dalla diplomazia britannica dall’op-
             posizione ottomana. Costantinopoli, che già aveva faticato a metà del secolo
             precedente a domare una rivolta guidata dai sauditi, non volle, saggiamente, sen-
             tirne parlare. L’opzione saudita tornerà utile nel dopoguerra ai britannici, quando
             occorrerà creare un contrappeso al potere degli hashemiti, decisi a creare una
             potenza araba troppo indipendente da Londra.
                Se in Asia il jiahd turco-tedesco fallì, lo stesso non si può dire però per l’Afri-
             ca dove gli sforzi tedeschi ebbero un certo successo, legandosi come si è detto al
             nascente nazionalismo confessionale anticoloniale. In questa fase giocò ancora
             una parte importante l’assistenza degli ottomani. Dalla dichiarazione del jiahd
             contro l’Occidente, seguita all’ingresso in guerra dell’Impero Ottomano, rivolte
             anti-francesi, anti-britanniche e anti-italiane si erano accese in tutta la parte set-
             tentrionale del continente, dove agenti ottomani e tedeschi agivano da finanzia-
             tori, istruttori e consiglieri.
                In Marocco, dove un forte movimento nazionalista era già attivo, nel 1914
             scoppiò sul Rif una rivolta anti-francese che si protrarrà senza sosta per un quin-
             dicennio; nel cuore del Sahara le tribù tuareg intrapresero una campagna contro i
             presidi francesi della zona del lago Ciad, mentre una ulteriore rivolta si accende-
             va ai confini tra il Camerun e la Nigeria settentrionale. Territori, si noterà, anche
             oggi molto tormentati.
                Un altro fronte fu aperto nell’Africa orientale e mediterranea. In Libia, in-
             fatti, dove l’occupazione italiana aveva preso forma solo nel 1912 e si stava
             ancora strutturando, l’ingresso dell’Italia in guerra nel 1915 aveva avuto come
             immediata conseguenza la riduzione delle forze stanziate nella regione e la quasi

             21  Ivi, p. 306.
             22  Ivi, pp. 302-309.
   227   228   229   230   231   232   233   234   235   236   237