Page 234 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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234 il 1917. l’anno della svolta
ad Omdurman nel 1898.
La guerra contro Alì Dinar, condotta per lo più da truppe egiziane, e consi-
derata ufficialmente dai britannici come una operazione coloniale distinta dalla
Grande Guerra, aveva in realtà lo scopo di evitare ogni collegamento fra il ribol-
lente nord-Africa e l’Africa orientale, dove la situazione era ancor più esplosiva.
Qui infatti emissari tedeschi e turchi già da tempo erano bene introdotti alla corte
del negus d’Etiopia Liggyasu, cristiano ma di padre musulmano e molto tentato
dall’idea di riconquistare l’Eritrea che gli italiani avevano strappato all’Etiopia
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un trentennio avanti e che nemmeno la vittoria di Adua aveva riguadagnato .
Una simile prospettiva, semplicissima a realizzarsi dato che le guarnigio-
ni italiane erano ridotte al minimo, avrebbe aperto un ulteriore fronte africano
della Grande Guerra, saldando la Libia senussita, il Darfour e l’Etiopia con l’al-
tro grande movimento anti-europeo del Corno d’Africa, quello del Mad Mullah
Ahmed Hassan della Somalia, in lotta con i britannici da un decennio e giunto
a conquistare nel 1916 la stessa Berbera, capitale della colonia britannica del
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Somaliland .
La minaccia venne opportunamente sventata grazie ad una congiura di palaz-
zo, quasi certamente incoraggiata dalle diplomazie dell’Intesa, che rimosse Lig-
gyasu sostituendolo con un consiglio di reggenza alle cui spalle già si profilava
l’ombra enigmatica di Ras Tafari, il futuro Hailè Selassié.
La Germania e la rivoluzione russa
L’operazione più riuscita della sovversione tedesca fu quella rivolta alla Rus-
sia zarista. Essa si basò da principio sul sostegno ai nazionalismi oppressi, so-
prattutto quello polacco, e sulla denuncia delle persecuzioni antiebraiche.
Anche in questo settore lo Stato Maggiore tedesco e il Ministero degli Esteri
erano coadiuvati da una squadra di esperti dell’Europa orientale, fra cui Johan
Friedrich Naumann, Paul Rohrbach, Gustav Stresemann, Hejmar Schacht, Ar-
thur Moeller van der Bruck e Matthias Erzberger .
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Fra i contatti privilegiati dei tedeschi vi furono fin dall’inizio i vertici del
sionismo tedesco, il finanziere Otto Warrburg, il sociologo Franz Oppenheimer e
il presidente del Fondo Nazionale Ebraico Max Bodenheimer, che avendo base a
Copenaghen era formalmente neutrale e sulle cui relazioni negli ambienti finan-
ziari americani il kaiser contava moltissimo per tenere gli Stati Uniti fuori dalla
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guerra . Un’altra, e non l’ultima, delle sue scommesse sbagliate.
26 Per il ruolo dell’Africa orientale nella Grande Guerra si rimanda a: ANGELO DEL BOCA, Gli
italiani in Africa Orientale. Vol. 1. Dal’Unità alla Marcia su Roma, Milano, Mondadori, 1999.
27 Vedi: DUGLAS JARDINE, Il mullah del paese dei somali, Roma, Cappelli, 1929.
28 JON KIMCHE, Il secondo risveglio arabo, cit., p. 23.
29 Vi fu persino un tentativo di organizzare dalla neutrale Romania una insurrezione nella Bessa-