Page 341 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
P. 341

III SeSSIone - La condotta deLLa guerra: daLLa tradIzIone aLL’InnovazIone  341



             Cascino scriveva ai fratelli, il 23
             maggio 1917, «Ho dormito sul-
             la nuda terra o sopra un sasso
             per ore brevissime, ho mangiato
             pochissimo e spesso sono rima-
             sto  digiuno  per  l’impossibilità
             di ricevere cibo, ho sofferto una
             sete atroce per l’impossibilità di
             avere  acqua,  ho  combattuto  in
             prima linea con i miei soldati e
             con i miei ufficiali, ho diviso con
             loro tutti i disagi e tutti i peri-
             coli, e li ho portati alla vittoria,
             alla  conquista  di  posizioni  for-
             midabili,  che  tutti  ritenevano
             una pazzia attaccare […] Quan-
             do  la  sera  del  settimo  giorno
             ripasso in mezzo ai miei soldati
             che si recano in zona di riposo,
             sono assalito da taluni  di  essi
             che  mi  baciano  sul  viso,  sulle
                                             La M.o.V.M. del gen Cascino e reliquiario conte-
             mani, sugli abiti e che gridano:   nente la palla di shrapnel che lo uccise (fam. dott.
             viva il nostro Generale! E poi gli   Marilena Cipollaro Cascino, donati al Museo Cen-
             ufficiali mi baciano anche loro e             trale del Risorgimento di Roma).
             alla fine il Com. di Div. e il Com.
             del Corpo d’Armata, quando vengono a trovarmi, non sanno far di meglio che
                                      10
             gettarmi le braccia al collo ».
                Cascino conosceva gli uomini e i suoi trascorsi d’insegnante lo aiutarono nel
             saper giudicare, preparare e guidare. Alla sua capacità di galvanizzare gli animi
             associò la sua meticolosità pianificatrice. Era militarmente preparato, aveva una
             forma mentis che era frutto della sua lunga carriera militare, ma anche della
             sua attività di studioso e d’insegnante. Era un osservatore, aveva sviluppato una
             notevole capacità di analisi e di sintesi, aveva, in sintesi, il colpo d’occhio del-
             lo studioso capace, le giuste conoscenze tecnico-militari, artiglieresche, relative
             alle armi leggere e alla manovra. L’insieme di queste capacità costituì la base del
             suo genio militare. Tutta la sua vita precedente, i sacrifici personali, lo studio,
             l’insegnamento lo avevano temprato e preparato per la prova della guerra.
                Tutta la sua vita ha avuto un solo filo conduttore. Chi si accosta ad osservarla
             o a studiarla lo intuisce e lo scopre, all’epoca come oggi. Questo filo fu il consa-


             10  Idem, pp. 5-6.
   336   337   338   339   340   341   342   343   344   345   346