Page 338 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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338 il 1917. l’anno della svolta
taggio. Nei mesi precedenti infatti, tra giugno e luglio, quando era al comando
dell’Avellino, il Generale aveva studiato con i suoi ufficiali il terreno e aveva
fatto apportare opportune e preziose predisposizioni, attraverso una serie inces-
sante di lavori, sia allestendo idonei appostamenti, ricoveri e camminamenti, per
difendere le truppe dal tiro di contropreparazione avversaria, sia preparando ido-
nee vie per la logistica. La decisione di Cascino fu di attaccare con la divisione,
per colonne coordinate, su tutta la fronte Vodice - Monte Santo, non essendovi
vie di facilitazione o punti deboli, per poi concentrarsi sui settori cedevoli. Il 17
agosto lo schieramento d’attacco era pronto e l’artiglieria iniziò il fuoco di pre-
parazione per sconvolgere le linee avversarie. Il mattino successivo il bombarda-
mento si concentrò sulle difese nemiche aprendo i varchi tra i reticolati. Il 19 alle
06.00 scattò il primo attacco che però fallì, a causa della reazione dell’artiglieria
austriaca e del tiro delle mitragliatrici sfuggite al bombardamento. Il giorno suc-
cessivo alle 05.00 l’attacco fu ripetuto. Cruenta, in alcuni punti la lotta giunse al
corpo a corpo. I continui contrassalti austriaci costrinsero a desistere e Cascino
interruppe l’attacco delle sue truppe ormai stremate. Anche se gli obiettivi non
erano stati raggiunti, gli attacchi della divisione avevano tenuto inchiodate in-
genti forze austriache facilitando quello nei settori contermini, dove gli Austriaci
erano in crisi. Il Gen. Cascino che era riuscito fortuitamente ad entrare in posses-
so dell’informazione del prossimo abbandono da parte austriaca del M. Santo, il
mattino del 24 lanciò all’attacco l’intera Divisione, cogliendo di sorpresa l’av-
versario. Alle 09.00 la bandiera italiana venne issata sul monte mentre l’avanzata
continuò prima su Zagorie e poi verso Ravnica, allo scopo di appoggiare lo sfor-
zo sul San Gabriele del VI C.A. La Brigata “Avellino”, stremata dallo sforzo fi-
nalmente fu ritirata in uno scenario epico. Vennero ripercorse le balze del Monte
Santo, coperte dai caduti, mentre la banda divisionale suonava l’inno di Mameli
e altri inni patriottici. I soldati, stremati ma orgogliosi, marciarono cantando. Se
si vuole veramente comprendere cosa significò la Grande Guerra per gli uomini
di allora: bisogna ricordare e riconoscere che fu anche questo.
A dirigere la banda vi era un maestro d’eccezione: il celebre Arturo Toscanini
che era stato attratto dalla figura del Generale. Una celebre descrizione riporta
: «Già più volte … Toscanini aveva diretto concerti per i soldati al fronte. Egli
aveva conosciuto molti generali, ma simpatizzava pochissimo con loro … Sol-
tanto uno gli piaceva. Il generale Antonino Cascino, comandante dell’ottava
divisione. Siccome il generale doveva prendere il famoso Monte Santo, che fu
uno dei monti epici e più contesi della guerra, Toscanini gli promise che appena
occupata la cima sarebbe andato su a dirigere gli inni per i suoi soldati. Così
fece. Il monte ancora saltava tutt’intorno per le esplosioni, quando Toscanini,
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in una curiosa tenuta borghese, impugnò la bacchetta per dare l’attacco ». Il 25
8 Villari, op. cit., p. 35.