Page 403 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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             rebbero assegnate le province di Grodno e Minsk con un referendum e si sarebbe
             dovuto garantire uno sbocco sicuro sul Baltico allo stato polacco.
                Dagli anni Venti allo scoppio della Seconda guerra mondiale. Il 19 aprile del
             1919 la Polonia iniziò anch’essa a pretendere Vilnius, Grodno e Suvalkai ini-
             ziando così una spinosa querelle nota come “questione di Vilnius” che avrebbe
             opposto per lungo tempo gli antichi alleati. Per cercare di sciogliere il “nodo di
             Vilnius” il Consiglio supremo delle forze alleate tracciò, in momenti differenti,
             tre linee di demarcazione l’ultima delle quali riconobbe Vilnius alla Lituania.
                Intanto, l’anno dopo, la Lituania stipulava in luglio un trattato di pace con
             Mosca con cui la Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa (RSFS) di
             Lenin si impegnava solennemente a riconoscere lo Stato lituano e rinunciava a
             Vilnius in favore, appunto, della Lituania stessa.
                Il 7 ottobre del 1920 la Lituania concluse a Suvalkai un armistizio anche con
             la Polonia e un accordo in base al quale Vilnius restava alla Lituania, due giorni
             dopo il generale Zeligowski – su ordine segreto del capo di Stato polacco Józef
             Piłsudski – ritolse Vilnius ai lituani, incurante degli accordi sottoscritti a Su-
             valkai e delle vibranti proteste del Consiglio della Società delle Nazioni.
                I polacchi, con questa mossa, si garantirono la neutralità della Repubblica
             Socialista Federativa Sovietica Russa nella “contesa”. Il 21 settembre 1921 la
             Lituania venne quindi ammessa alla Società delle Nazioni la quale, stavolta con
             maggiore verve, intendette adoperarsi fattivamente a trovare una soluzione alla
             “questione Vilnius” e – nel corso dello stesso anno – iniziarono ad arrivare i pri-
             mi riconoscimenti de iure di paesi europei e americani.
                Il primo agosto del 1922 l’Assemblea costituente approvò quindi una carta
             costituzionale democratica cui fecero seguito libere elezioni per il parlamento
             che nominò presidente Aleksandras Stulginskis.
                Intanto la Convenzione dell’8 maggio del 1924 riconobbe i confini orientali
             della Polonia fino alla città di Vilnius compresa, decisione, quest’ultima, che
             ovviamente non venne mai accettata dai governi lituani.
                Successivamente, dopo un colpo di stato ai danni del governo radicalsociali-
             sta diretto da Mykolas Sleževičius (1926), fu nominato capo dello Stato nuova-
             mente Smetona che portò con sé al potere Augustinas Voldemaras, che sciolse
             il Parlamento e amministrò in maniera dittatoriale il paese per quasi due anni.
                La nuova costituzione partorita in questo contesto rafforzò i poteri del gover-
             no e del Presidente della Repubblica ai danni del Parlamento.
                Per concludere questo breve quadro storico-politico della Lituania dopo la
             prima guerra mondiale, tra il 1929 e il 1930, Smetona venne riconfermato alla
             guida del Paese. La politica successiva della Lituania si orienterà in prevalenza a
             riformare la costituzione in senso autoritario, lasciando pochi margini di mano-
             vra alle componenti più liberali e democratiche del paese.
                Sul fronte estero bisogna registrare i rapporti tesi con la Germania, compresi
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