Page 516 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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             zione” del campo di battaglia,  diventato uno spazio vuoto e impercorribile nel
             quale, una volta iniziata l’azione, i collegamenti a filo erano inevitabilmente de-
             stinati a saltare, per l’effetto distruttivo delle opposte artiglierie, e non avevano
             comunque la flessibilità necessaria a garantire la possibilità di seguire la dinami-
             ca degli eventi. Questi strumenti potevano servire egregiamente per la condotta
             a livello strategico delle operazioni e per la gestione di strumenti militari di una
             dimensione e una complessità senza precedenti, non per sviluppare un efficace
             controllo tattico, e questo non solo in un contesto di guerra manovrata, stante la
             loro intrinseca rigidità, ma anche in un contesto di guerra di posizione, a causa
             della loro vulnerabilità. Con tutto questo l’opinione più diffusa, in linea con lo
             spirito del tempo, era che il telefono e il telegrafo, insieme a un’accurata piani-
             ficazione, avrebbero comunque reso possibile un’efficace azione di comando e
             controllo, anche perché l’affermare il contrario avrebbe implicitamente signifi-
             cato mettere in dubbio la validità del modello dell’esercito di massa, un modello
             che in quel contesto storico non ammetteva alternative, fondato come era sull’e-
             voluzione stessa dello stato-nazione.
                   Dati i limiti dei mezzi tecnici a disposizione, anche in seguito gli sforzi
                fatti non avrebbero dato i risultati sperati, con il risultato di far venir me-
                no l’azione di comando proprio quando sarebbe stata più necessaria. Una
                volta raggiunti i primi obiettivi sulla base dei piani prestabiliti, i reparti si
                mostravano troppo spesso disorientati e incapaci non solo di sfruttare gli
                eventuali successi ma addirittura di mantenerli di fronte della reazione av-
                versaria. Ancora una volta ci si trovava davanti a un problema di inquadra-
                mento ai minori livelli delle unità di fanteria, aggravato dalla scarsa abitu-
                dine dei quadri ad agire d’iniziativa e dai vuoti che inevitabilmente si apri-
                vano tra le file degli ufficiali. In quello scorcio d’autunno il Comando Su-
                premo, ben consapevole della situazione, e avendone individuato la cau-
                sa nella mancanza di un “intimo contatto” tra i comandi di divisione e di
                brigata e le loro unità impegnate in combattimento, ritenne di potervi por-
                re rimedio con una serie di indicazioni che miravano ad assicurare la con-
                tinuità dei collegamenti mediante l’utilizzo di tutti gli strumenti a dispo-
                sizione, ufficiali di collegamento, staffette e soprattutto mezzi di segnala-
                zione alternativi al telefono, impiegati sulla base di un codice semplice e
                di immediata comprensione: 2
                   “I comandi in genere, quelli di brigata e di divisione in particolar mo-
                do, si tengano sempre vicini alle truppe proprie, e con propri ufficiali e ben


             1  Griffith P., Forward into Battle. Fighting Tactics from Waterloo to the Near Future, Presidio
                Press, Novato (CA), 1992, pp. 50-94.
             2  Comando Supremo, Riparto Operazioni, Ufficio Affari Vari e Segreteria, Collegamento tra
                comandi e truppe, Circolare n. 22310 Riservata del 17 ottobre 1916.
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