Page 520 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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520 il 1917. l’anno della svolta
e della Zona di Gorizia lungo il fronte da Tolmino al mare fu condotta secondo
queste direttive e in aderenza a uno schema comune ormai a tutti i belligeran-
ti, con un violento e prolungato bombardamento d’artiglieria seguito dallo scat-
to delle fanterie. Nonostante la potenza dei mezzi schierati i risultati furono però
deludenti se raffrontati allo sforzo prodotto e alle perdite subite. L’attacco aveva
quasi ovunque superato la prima linea avversaria, su cui si era preventivamen-
te abbattuto, devastandola, il tiro di preparazione, ma era stato poi imbrigliato
da una rete di nidi di mitragliatrice sparsi sul terreno e dagli immediati sbarra-
menti di fuoco, prima di essere definitivamente arrestato, e in molti casi rigetta-
to, dagli improvvisi e irruenti contrattacchi lanciati da posizioni retrostanti, poco
o per nulla toccate dall’artiglieria. Le ragioni stavano dunque in una diversa or-
ganizzazione della difesa, che articolata in profondità aveva vanificato il concet-
to di impiego dell’artiglieria adottato nella vittoriosa offensiva dell’agosto 1916,
con la completa distruzione delle difese in corrispondenza delle zone di irruzio-
ne della fanteria, e nella imperfetta esecuzione dei procedimenti d’attacco, a sua
volta conseguenza di innegabili carenze nell’addestramento e nell’inquadramen-
to dei reparti. Si imponeva una revisione della tattica di combattimento che te-
nesse conto di questi sviluppi, e nel contempo era necessario correggere gli er-
rori più comuni, come il ritardo delle fanterie a seguire l’allungamento del tiro e
il distacco eccessivo tra le prime ondate e quelle di rincalzo, una situazione che
permetteva al tiro di sbarramento dell’avversario di avere buon gioco nell’isola-
re i primi attaccanti sulle posizioni raggiunte.
Con questi intenti il 30 maggio 1917 una nuova circolare del generale Luigi
Cadorna diffondeva fino al livello di comando di divisione alcune considerazio-
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ni suggerite dall’esame delle operazioni appena terminate. L’analisi era centra-
ta soprattutto sull’azione dell’artiglieria, l’elemento individuato come maggior-
mente condizionante nello sviluppo dell’offensiva, e sottolineava come il tiro di
distruzione, per quanto efficace nel demolire le difese, avesse causato all’avver-
sario perdite inferiori al passato. Così stando le cose veniva meno il fondamento
stesso della battaglia di materiale: distruggere le trincee e le loro difese accesso-
rie serviva infatti a poco se la concentrazione di acciaio e di alto esplosivo intac-
cava in maniera solo superficiale le forze attive della difesa. In una precedente
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comunicazione, diramata a battaglia ancora in corso, Cadorna aveva già eviden-
ziato questo fenomeno, invitando i comandanti d’armata a prendere in conside-
razione l’esistenza di un problema che sembrava nascere da nuovi procedimenti
difensivi. Il Capo di Stato Maggiore aveva intuito che questi comportavano una
8 Comando Supremo, Segreteria del Capo di Stato Maggiore, Altri ammaestramenti di esperien-
za, n. 2750 G.M. Riservatissima del 30 maggio 1917.
9 Ufficio del Capo di Stato Maggiore, Ufficio Segreteria, Effetti del tiro di distruzione, n. 2568
G.M. del 17 maggio 1917.