Page 525 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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li elementi caratterizzanti l’armamento individuale era coerente con la volontà
di mantenere alto il ritmo dell’azione, puntando a combinare ai più bassi livel-
li fuoco, movimento e urto, e le numerose armi d’appoggio dovevano assicurare
il supporto di fuoco necessario nel momento cruciale dell’assalto, quando l’arti-
glieria e le bombarde cessavano o allungavano il tiro.
Il 1917 vide anche il consolidarsi sul fronte occidentale, a opera dei britan-
nici, dell’idea del carro armato, inteso come mezzo ausiliario della fanteria alla
quale avrebbe dovuto aprire la via attraverso i sistemi trincerati, travolgendo i re-
ticolati e riducendo al silenzio le mitragliatrici. Si trattò però di un processo len-
to, condizionato dalla disponibilità dei nuovi mezzi nei numeri necessari e dalla
loro scarsa affidabilità. L’esercito britannico aveva imboccato questa strada già
nel settembre del 1916, durante la battaglia della Somme, ma l’impiego dei primi
32 Mark I, dalla caratteristica forma a losanga, non aveva dato i risultati sperati
e si era tradotto in un sostanziale insuccesso tecnico e operativo. Le cose andaro-
no meglio nel novembre del 1917 a Cambrai, dove i britannici schierarono 478
macchine di un modello perfezionato, il Mark IV, ma se l’incidenza dei guasti
tecnici fu inferiore e le tattiche studiate permisero di superare piuttosto agevol-
mente la prima fascia di difesa, ancora una volta l’obiettivo dello sfondamento
del fronte non venne raggiunto. La velocità di avanzata di questi mezzi, non su-
periore agli 8 km/h in condizioni ottimali, su un terreno sconvolto dall’artiglieria
e intersecato da trincee e camminamenti, veniva a essere non superiore a quella
della fanteria, e mancava inoltre la possibilità sia di controllarne efficacemente
l’azione una volta iniziata, ancora un problema di collegamenti, sia di rilanciarla
con l’impiego di forze celeri in grado di avanzare in profondità. Nel complesso
il primo impiego a massa del carro armato ne confermò le indubbie potenzialità
ma dimostrò anche che c’erano ancora significativi problemi tecnici e dottrinali
da risolvere, problemi che sarebbero stati in parte risolti nell’agosto del 1918 con
l’utilizzo in grandi numeri di carri pesanti (Mark V) e leggeri (Renault FT), e la
concentrazione dello sforzo nel tempo e nello spazio. Anche l’indubbio succes-
so operativo ottenuto in quella circostanza avrebbe però lasciato dottrinalmente
irrisolto il dilemma tra carro pesante, o da fanteria, e carro leggero, destinato a
protrarsi fino al 1940.
La dimensione navale del 1917 è soprattutto quella della guerra sottomari-
na e delle contromisure escogitate dall’Intesa per far fronte a una minaccia esi-
stenziale. Dall’inizio del conflitto la Germania perseguiva una strategia di “fleet
in being”, e in risposta al blocco conduceva una guerra di corsa contro il traffi-
co mercantile alleato. Il 4 febbraio 1915, dopo aver dichiarato zona di guerra le
acque delle isole britanniche, aveva dato inizio a una fase di guerra sottomarina
indiscriminata che si era protratta fino al 1° settembre, quando era stata interrot-
ta per considerazioni di natura politica e diplomatica. Rilanciata nel febbraio del
1917, la sua seconda e più intensa fase vide alla fine l’arma subacquea tedesca