Page 517 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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studiato servizio di messi, si mantengano informati della situazione in mo-
do continuo, e dirigano effettivamente l’azione in tutto il suo sviluppo. Pure
sfruttando per quanto è possibile le comunicazioni telefoniche anche duran-
te il combattimento, si dia la massima importanza alle segnalazioni con ban-
diere, con dischi, ecc. specialmente a quelle convenzionali (per indicare ad
es. che il nemico sta attaccando; che occorre fuoco d’artiglieria; che urgono
rinforzi; che il nemico sta ritirandosi, ecc.).”
Assodato ormai che sul telefono non si poteva fare affidamento nelle fasi più
dinamiche del combattimento, anche per la facilità con cui le linee potevano es-
sere interrotte, si cercava la risposta nel ricorso ai mezzi ottici, in grado di veico-
lare con immediatezza messaggi codificati, contenenti le informazioni essenzia-
li per seguire e controllare l’andamento delle operazioni. Anche questi strumen-
ti avevano degli inconvenienti, primo fra tutti il contenuto informativo ridotto
all’essenziale, e non sempre era possibile impiegarli sul campo di battaglia, ma
di più non si poteva fare, e del resto la situazione non sarebbe cambiata se non
con la diffusione ai minimi livelli delle comunicazione radio in fonia, uno svi-
luppo ancora di là da venire. Un’alternativa sarebbe stata puntare sull’iniziati-
va dei quadri, ma questa soluzione, nonostante i continui richiami a sviluppare a
tutti i livelli questa capacità, richiedeva una rivisitazione dei sistemi di coman-
do e dello stesso addestramento che non poteva essere realizzata in breve tempo,
quand’anche lo si fosse voluto.
Ancora alla fine del 1916 la fanteria italiana era organizzata e armata in mo-
do uniforme e solo da poco tempo al fucile e alla baionetta avevano comincia-
to ad affiancarsi in numero significativo altri mezzi di combattimento. Il rilevan-
te aumento nella dotazione di mitragliatrici, la comparsa delle pistole-mitraglia-
trici, la crescente disponibilità di bombe a mano, la diffusione delle bombarde e
dei lanciabombe da trincea avevano però inciso in misura limitata sulla condot-
ta dei reparti in combattimento, anche perché queste armi erano viste come mez-
zi ausiliari e non come elementi organicamente inseriti nella struttura dei repar-
ti, da impiegare in un contesto integrato e armonico. E’ questo il presupposto di
un documento diramato alla fine di gennaio ai comandi d’armata e di corpo d’ar-
mata e dal quale emerge la volontà di perseguire una specializzazione dei com-
piti della fanteria, mirata però a elevare la qualità della massa e non a isolare gli
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elementi migliori.
Ogni plotone deve perciò essere riorganizzato in modo da avere, accanto a
due squadre di fucilieri, una squadra di lanciatori di bombe a mano e una squa-
dra di lanciatori di bombe da fucile. A tal fine sono previsti appositi campi d’i-
struzione per l’addestramento specialistico e corsi di perfezionamento nell’im-
3 Comando Supremo, Riparto Operazioni, Ufficio Affari Vari e Segreteria, Specializzazione dei
compiti della fanteria, n. 2540 del 31 gennaio 1917.