Page 21 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
P. 21

IntroduzIone e apertura deI lavorI                                   21



             Slovacchia, Sudeti e parte della Rutenia; b) nei Balcani, lo Stato degli slavi del
             sud, (Shs - serbi, croati, sloveni), in seguito Jugoslavia. Tale creazione, tuttavia,
             non rappresenta né una risposta soddisfacente all’idea tutta risorgimentale di
             riunire gli slavi del sud, né una soluzione al conflitto esistente tra le diverse
             componenti nazionali del paese.
                In seno alla Conferenza della pace, prevale il progetto di costituire uno Stato
             unitario che esprima gli obiettivi delle élites intellettuali piuttosto che quelli dei
             ceti popolari. Sloveni, croati e montenegrini, a questo punto, pure con ragioni
             diverse e analogamente a quanto avviene per altri popoli europei, cercano di
             contrastare  tale  processo  che  costituisce  un’evidente  e  palese  violazione  del
             principio di autodeterminazione. Il conflitto di fondo esistente tra queste diverse
             componenti nazionali presenti all’interno della nuova compagine statale e i serbi
             si  manifesta  nella  netta  contrapposizione  tra  Nikola  pasić,  capo  del  governo
             serbo,  e ante  Trumbić,  leader  dei  croati.  per  il  primo,  l’unificazione  non  è
             altro che l’allargamento territoriale della Serbia, per il secondo il nuovo Stato
             deve strutturarsi su basi federali con pari dignità per le diverse componenti. Si
             tratta di posizioni inconciliabili, i cui effetti caratterizzano l’intera storia della
             Jugoslavia; il dualismo serbo-croato - espressione anche del dualismo ortodossia-
             cattolicesimo - si riproporrà ancora, sia durante la seconda guerra mondiale sia
             dopo il 1989.

                L’Impero  ottomano,  l’eterno  “malato  d’Europa”,  si  avviava  a  chiudere
             la lunga questione d’oriente - cedendo gran parte delle sue aree di influenza
             -  ridimensionata  a  favore  della  Gran  Bretagna  (alla  quale  andavano  Iraq  e
             palestina),  della  Francia  (che  ottenne  il  mandato  su  Siria  e  Libano),  della
             Grecia (che ebbe Smirne, promessa in precedenza all’Italia), mentre gli Stretti
             venivano sottoposti a controllo internazionale. In Medio oriente e nell’area del
             canale di Suez - che dal 1918 avevano assunto sempre maggiore importanza
             sia per le risorse energetiche presenti che per la loro posizione strategica - la
             Gran  Bretagna  fomentava  gli  arabi  promettendo  il  suo  appoggio  per  la  loro
             indipendenza, ma intanto aveva stretto accordi con la Francia per dividersi i
             loro territori (Sykes-picot, 1916). Entrambi i paesi, tuttavia, ebbero non poche
             difficoltà nel loro progetto di espansione dopo la caduta dell’Impero ottomano,
             dove ataturk svolgerà il suo programma politico di fondazione della Repubblica
             di Turchia come Stato nazionale nella penisola anatolica. Nel 1922 l’assemblea
             Nazionale  di  ankara  destituisce  Maometto  VI  e  Kemal,  in  sostituzione
             dell’accordo di Sèvres, ottiene un nuovo trattato che viene firmato a Losanna
             nel 1923. L’Europa e il mondo escono sconvolti dalla guerra, per l’estensione
             territoriale dei campi di battaglia, per l’imponenza delle forze armate in conflitto
             e delle ricchezze sacrificate, per i risultati finali forieri di nuovi, gravi contrasti.
             Il  sistema  internazionale  è  totalmente  mutato,  sono  cambiati  comportamenti
   16   17   18   19   20   21   22   23   24   25   26