Page 18 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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18 il 1918. la Vittoria e il Sacrificio
politico, economico, militare. E se nelle trincee si era consumato il destino di
migliaia di giovani dall’eroismo spesso involontario, altrettanto difficoltoso si
presenta il dopoguerra che stringe nella morsa dei bisogni più elementari i civili
e i reduci. Le potenze vincitrici, tuttavia, assumono una posizione diversa nella
valutazione di quanto i tedeschi debbano essere ridimensionati e se da una parte
la Francia intende annientare totalmente la Germania sottraendole gran parte dei
suoi territori, l’Inghilterra dall’altra non vuole che i francesi crescano
eccessivamente nel loro potere, mentre complessivamente i vincitori, che hanno
impiegato risorse umane ed economiche, intendono avvantaggiarsi dalla
conclusione della guerra in termini sia politici sia territoriali. In tale direzione
operano i cinque trattati di pace conclusi con ciascun paese: 1) trattato di
Versailles, pace con la Germania; 2) trattato di Saint-Germain-en-Laye, con
l’austria; 3) trattato di Trianon, con l’Ungheria; 4) trattato di Neuilly, con la
Bulgaria; 5) trattato di Sèvres, con l’Impero ottomano. Le condizioni di tali
accordi, tuttavia, verranno considerati iniqui dalla Germania che in seguito ne
chiederà la revisione.
La conferenza per la pace di Parigi nel 1919. La Conferenza che si apre ai
primi di gennaio del 1919 a Versailles dovrebbe ridisegnare la carta d’Europa
nel rispetto dei postulati che progressivamente si sono consolidati nella cultura
politica e dare soddisfazione alle innumerevoli richieste, spesso contrastanti.
Le potenze vincitrici intendono progettare un nuovo assetto europeo allo scopo
di costituire un “sistema” di relazioni internazionali in grado di escludere da
lì in avanti l’uso dello strumento bellico per la risoluzione dei conflitti. Si
cerca, cioè, di dare piena attuazione alle speranze e alle attese maturate in
seno all’opinione pubblica durante i difficili anni di guerra e a tale obiettivo
concorre la costituzione della Società delle Nazioni, nata da tale presupposto
ideale. La dissoluzione dei grandi Imperi plurinazionali, unitamente alla fine del
militarismo prussiano e dell’espansionismo a esso collegato, avrebbe dovuto
aprire una nuova epoca caratterizzata dalla presenza di quelle nazionalità che
finalmente diventavano soggetti di diritto internazionale con un proprio Stato
sovrano, libero e indipendente. I popoli oppressi avevano maturato durante
il conflitto la piena consapevolezza dei loro diritti. Se questo è il contesto
generale, però, la tensione ideologica interna alle varie società produce effetti
contrastanti e contradditori, aprendo un periodo di crisi e di instabilità lungo un
ventennio. paradossalmente, è proprio a Versailles che si verifica il naufragio
di tutti i presupposti ideologici, poiché alla fine prevale la vecchia logica delle
grandi potenze, ben decise a rimanere tali. I lavori si aprono su questo sfondo
complesso e articolato che richiede attenzione e abilità diplomatica confermata
dalla stessa durata dei lavori, durati un anno e mezzo. I lavori hanno l’arduo
compito di condurre delle trattative capaci di ridefinire gli equilibri dell’Europa