Page 19 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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IntroduzIone e apertura deI lavorI                                   19



             post-bellica dopo il crollo di quegli Imperi che avevano costituito i contenitori
             sovranazionali di paesi e popoli soggetti, l’Impero austro-ungarico, quello russo,
             quello  ottomano,  l’Impero  tedesco.  I  grandi  protagonisti  che  passeranno  alla
             storia - Clemenceau per la Francia, Lloyd George per l’Inghilterra, Wilson per
             gli Stati Uniti, orlando per l’Italia - si trovano a dover fare innanzi tutto una
             scelta politica, dalla quale sarebbe poi derivata la ripartizione “tecnica”, devono
             cioè decidere se dati i risultati della guerra, sia opportuno affermare un criterio
             democratico o piuttosto uno  punitivo.  I  quattordici  punti  proposti  da Wilson
             indicano la via della democratizzazione - per mezzo della quale si sarebbe dovuto
             fondare  il  nuovo  corso  delle  strutture  internazionali  che  si  ponevano  ormai
             come conclusione di una guerra che si intendeva legittimare come giusta - una
             dichiarazione ideologica che sarebbe stato assai difficile tradurre in realtà politica
             attuabile. Il rappresentate americano, tuttavia, viene presto ridimensionato nella
             sua pretesa di poter dettare le regole del gioco dall’«esterno» senza aver condiviso
             dal principio le sofferenze e i sacrifici dei popoli e dei paesi europei. E mentre
             i francesi non si limitano a pretendere l’alsazia-Lorena cercando di annettersi
             i territori a sinistra del Reno appartenuti ai tedeschi, da parte loro gli inglesi
             e gli americani non intendono agevolare la formazione di uno Stato francese
             eccessivamente forte in Europa. La Germania deve cedere anche due piccoli
             distretti al Belgio (Eupen e Malmédy), l’alta Slesia, la posnania e un corridoio
             fino a Danzica per lo sbocco sul mare alla polonia, le sue colonie che vengono
             divise  fra  Inghilterra,  Francia,  Belgio,  Giappone, australia  e  Sud-africa.  Le
             dinamiche che operano in seno alla Conferenza, oltre alle spartizioni territoriali,
             si articolano anche intorno al tema delle riparazioni di guerra (132 miliardi di
             marchi-oro  da  pagare  in  trent’anni)  e  alle  clausole  che  i  vincitori  intendono
             imporre alla Germania - alla quale viene imposto di dichiararsi responsabile del
             conflitto - affinché non possa riconquistare agevolmente la precedente posizione
             di grande potenza. La rivoluzione russa, che interrompe definitivamente l’era
             zarista, non poteva non incrociarsi con gli eventi altrettanto destabilizzanti che
             si stavano producendo in Europa con la prima guerra mondiale. Il paese entra
             in guerra a fianco dell’Intesa grazie all’appoggio di democratici, menscevichi
             e  rivoluzionari  convinti  che  la  guerra  avrebbe  indebolito  il  potere  zarista  e
             favorito  la  rivoluzione.  La  Russia  di  Lenin,  impegnata  nella  costruzione  del
             socialismo,  tuttavia,  non  riuscì  a  “contagiare”  gli  altri  paesi  europei,  anche
             se  un’ondata  rivoluzionaria  seguì  negli  anni  successivi  all’ottobre  del  1917
             ovunque vi fossero movimenti operai e partiti socialisti a imputarsene le ragioni
             e le finalità. Scioperi e dimostrazioni di massa contro la guerra si verificarono
             in centro-Europa, a Vienna, a Budapest, nei territori dell’area ceca e bulgara,
             come reazione occidentale rispetto a quella della rivoluzione bolscevica, come
             risposta  nazionalista  contro  l’internazionalismo  leninista.  In  altri  termini,  chi
             reagiva  era  rivoluzionario  ma  non  bolscevico  e  aveva  richieste  da  avanzare,
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