Page 17 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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IntroduzIone e apertura deI lavorI                                   17



             vista “locale” tra austria e Serbia – fa scattare il meccanismo delle alleanze.
             Russia,  Francia  e  Gran  Bretagna  a  fianco  della  Serbia,  la  Germania,  pure
             riluttante, a fianco dell’austria Ungheria. L’Italia dichiara la propria neutralità
             ma con il patto di Londra (1915) entrerà in guerra con l’Intesa rompendo il patto
             che la legava alla Triplice. Non fu un “giro di valzer” né un tradimento come una
             certa  vulgata  (nazionale  e  internazionale)  ho  voluto  propagandarlo.  Si  trattò
             invece di un preciso impegno che Vienna aveva violato; il Trattato della Triplice
             prevedeva, infatti, l’impegno specifico di informare preventivamente i contraenti
             circa una eventuale “dichiarazione di guerra”.ma il governo di Vienna si era ben
             guardato dall’adempiere a tale precetto. La guerra del 1914-1918, iniziata come
             conflitto “locale” tra austria-Ungheria e Serbia, in breve tempo aveva assunto la
             connotazione  di  un  conflitto,  prima  europeo  e  poi  mondiale.  Con  la  sua
             conclusione, che si chiudeva con la vittoria dei paesi dell’Intesa, bisognava porre
             in essere i trattati di pace che avrebbero dovuto risolvere le questioni sorte in
             seguito alla caduta dei quattro grandi Imperi necessarie per procedere al riassetto
             degli equilibri politici e della società civile. Le terribili conseguenze del conflitto
             si mostrano di estrema gravità in tutto il contesto europeo, in cui tensioni ideali
             ed egoismi particolari avevano generato il coinvolgimento di nazioni e di popoli
             che si erano trovati ad affrontare difficoltà di ogni tipo, risorse finanziarie per gli
             armamenti, ricerca di materie prime, armi, attrezzature industriali, braccia da
             impiegare nelle fabbriche, incetta di beni alimentari. La guerra aveva sconvolto
             ogni equilibrio internazionale, politico ed economico e nei paesi interessati il
             principio  dell’autodeterminazione  dei  popoli  rischiava  di  innescare  nuovi,
             sanguinosi contrasti e creava gravi tensioni sociali. La guerra “moderna” aveva
             impiegato  mezzi  avanzati,  frutto  della  nuova  tecnologia,  motori  per  i  mezzi
             pesanti  e  per  la  prima  aviazione,  munizioni  e  proiettili,  centrali  elettriche,
             strumenti  di  precisione,  mimetizzazioni,  insomma  una  serie  di  strumenti
             finalizzati  a  prevalere  sul  nemico  che  prevedevano,  oltre  all’avanzamento
             tecnico, soprattutto una grande quantità di risorse economiche. Contro un tale
             impegno  finanziario  si  era  levata  la  voce  di  quanti  avevano  considerato
             improduttiva la spesa militare sia per motivi ideologici che per ragioni storiche,
             come nel caso italiano in cui, a causa dello sviluppo storico della nazione, il
             legame che univa gli individui allo Stato non era un legame particolarmente forte
             e dunque le decisioni prese dalla classe politica suscitavano diffidenza e dissenso
             (Chaurand).  Sia  le élites  che  le  masse  guardavano  con  preoccupazione  alla
             situazione politica internazionale anche a causa di un’opinione pubblica che si
             andava costituendo attraverso i partiti, divisi fra loro, e anche al loro interno, su
             posizioni diverse e spesso opposte. Dopo quattro terribili anni di guerra, il filo
             conduttore  del  periodo  immediatamente  post-bellico  è  rappresentato  dalla
             convinzione,  da  parte  dei  paesi  vincitori,  che  la  Germania  sia  stata  la  vera
             responsabile di quel conflitto e che di conseguenza vada indebolita sul piano
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