Page 12 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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12 il 1918. la Vittoria e il Sacrificio
toccherà i territori dell’ex Impero zarista che la Rivoluzione dell’ottobre 1917
aveva spazzato via sostituendovi però un regime – quello bolscevico – che
manterrà sostanzialmente intatti i confini reprimendo con violenza nel Caucaso
i tentativi di affrancamento delle nazionalità qui residenti. L’unica rinuncia sarà
quella riguardante l’area baltica.
La battaglia di Vittorio Veneto segna la disfatta dell’esercito austro-ungarico,
il 31 ottobre si chiede l’armistizio che entra in vigore il 4 novembre: è la fine
del plurisecolare dominio degli asburgo in Europa. Nel giro di poche settimane
Vienna (due milioni di abitanti) e Budapest (un milione di abitanti) capitali di uno
stato continentale di 51 milioni di abitanti il cui territorio si estendeva dalle rive
del Reno a quelle del Dniester, dai ghiacciai delle alpi alle soglie dell’immensa
pianura russa, dai porti dell’adriatico alle arterie fluviali dell’Elba e della Vistola
diventano capitali di due piccoli Stati dovendo affrontare una crisi di identità e,
soprattutto, una grave crisi economica con disordini interni di non poco conto.
La storiografia e la memorialistica italiana e internazionale sulla prima
guerra mondiale hanno ormai una estensione e una complessità difficilmente
governabile. Ne abbiamo avuto una prova quando il gruppo di lavoro all’interno
del Dottorato in Storia d’Europa coordinato dalla prof.ssa Giovanna Motta ha
organizzato nel 2014 alla Sapienza il convegno internazionale the First World
War. Analysis and Interpretation (gli atti sono stati pubblicati con lo stesso titolo
nel 2015 dalla Cambridge Scholars Publishing, vol. I pp.419, vol. II pp.526).
La particolarità di tale convegno, rispetto ad altri, è stata quella di rivolgersi
per la massima parte a studiosi italiani e stranieri provenienti da tutto il mondo
in una fascia d’età under 40, una generazione “lontana” da quegli avvenimenti
che altre in precedenza avevano in qualche modo conservato nella memoria
attraverso i racconti dei padri o dei nonni. La storia, che sembra aver perduto la
sua funzione culturale, oggi ne assume un’altra come dovere e come impegno
civile raccogliendo attorno a eventi comuni giovani disorientati dai processi
di globalizzazione per i quali una riflessione sul passato potrebbe tornare
utile nella definizione della propria identità. Come avviene nei tanti momenti
di transizione, anche oggi, nelle società postmoderne che Bauman ha definito
“liquide”, il dibattito degli storici è vivo e viene di continuo alimentato nella
narrazione dei fatti di una storia più obiettiva possibile, che tuttavia continua
a lasciare in campo non poche incertezze interpretative. Una guerra che da
europea, progressivamente, assume la connotazione di guerra mondiale non può
che provocare analisi e interpretazioni capaci di rendere l’enorme complessità
di un evento destinato a incidere profondamente sulla storia d’Europa in una
eterogenesi dei fini che provocherà non poche trasformazioni politiche, sociali
ed economiche. per tale ragione sia le fonti d’archivio che i contributi degli
studiosi richiedono un confronto assolutamente interdisciplinare in cui gli