Page 14 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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14 il 1918. la Vittoria e il Sacrificio
componente della vita similmente a terremoti, inondazioni e quant’altro - con
entusiasmo – nazionalisti, interventisti socialisti e non - con dolore e sofferenza
- pacifisti laici e religiosi -. Il problema delle nazionalità non era la sola causa del
conflitto armato. Come scrive Bloch, non esiste il “monismo di causa” nella
storia, ma un insieme di fattori, una sovrapposizione sedimentata che deflagrò
nella “crisi di luglio”. La crescente conflittualità tra le potenze aveva determinato
la costituzione, in Europa, di due sistemi di alleanza (Intesa e Triplice alleanza)
che, “vigilandosi” reciprocamente, come forze antitetiche ma complementari,
avrebbero dovuto garantire la stabilità del “sistema” internazionale. La cri si
balcanica, con le due guerre (1912-1913), si era in qualche modo conclusa con
trasformazioni profonde ma non radicali; le forze politiche interne ai vari paesi,
in particolare quelle di ispirazione democratica e socialista, sembravano animate
da un autentico spirito di pace; l’economia e la tecnologia, tra la fine del XIX
secolo e il primo decennio del XX, attraversano una fase di generale espansione.
Tutto, insomma, sembrava favorire sul piano internazionale un lungo periodo di
equilibrio e di stabilità, ma sotto tale scenario apparentemente tranquillo, la
spinta dei processi di identità nazionale e di libertà entravano in un contrasto
insanabile il cui sbocco inevitabile sarebbe stato la guerra. Si aggiungeva poi la
crescente conflittualità fra le grandi potenze sul terreno economico e coloniale.
Lo spazio disponibile per l’espansione era stato in gran parte occupato, mentre
Gran Bretagna e Francia avevano vasti Imperi coloniali, la Germania disponeva
di pochi territori tra l’altro non particolarmente vantaggiosi. Questo squilibrio
era in netta contraddizione con i nuovi rapporti di forza economici maturati negli
ultimi decenni dell’ottocento. Il Secondo Reich aveva fatto molti progressi dal
punto di vista industriale e mercantile, minacciava seriamente la leadership
britannica e si orientava verso una politica di grande potenza internazionale.
Questa strategia – sostenuta dai vertici militari – implicava maggiore espansione
coloniale, penetrazione economica in Europa sud-orientale e affermazione
dell’egemonia tedesca nella mitteleuropa alla luce del montante pangermanesimo.
Si delineava un contrasto di portata mondiale perchè Londra valutava pericolosa
la minaccia costituita da Berlino ritenuta in grado di minare anche il predominio
del Regno Unito sui mari. La secolare talassocrazia britannica veniva dunque
insidiata dalla costruzione accelerata di una flotta da guerra tedesca. L’impero di
Guglielmo II era considerato il principale nemico anche dalla Francia che,
memore della sconfitta nella guerra del 1870, progettava possibili rivalse. La
Germania unita era stata proclamata il 18 gennaio 1871 nella galleria degli
specchi della reggia di Versailles mentre finiva la disastrosa guerra con la quale
era capitolato il Secondo Impero di Napoleone III e si avviava la faticosa
ricostruzione della nuova Francia repubblicana dopo l’esperienza della Commune.
Il ricordo della battaglia di Sedan, dell’accerchiamento dell’armata di Châlons e
l’onta della conquista tedesca dell’alsazia-Lorena produssero la nascita e la