Page 283 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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III SeSSIone - I CappellanI MIlItarI                                283



             vede che tale atto sia un crimine o deve rispondere alla morale collettiva e non
             sacrificarlo trasgredendo la propria fede intima in Dio? Cosa deve fare abramo?
             Qual è il discrimine tra l’obbedienza alla propria fede intima e l’obbedienza alla
             regola collettiva?  E il militare che visita un monumento ai Caduti, con il loro
             messaggio di eroismo e compostezza ma anche di dolore, e che deve andare in
             guerra anche per uccidere, cosa deve fare?  I Caduti, nella solennità del messag-
             gio trasmesso dal loro ricordo, danno la risposta: il militare in guerra deve fare il
             proprio dovere fino in fondo in maniera equilibrata e composta, a similitudine
             del modello classico, ma in pace deve adoperarsi instancabilmente ed efficace-
             mente affinché tale guerra e quel dolore profondo ispirato dai monumenti non si
             verifichino mai più. Concludo con l’immagine del Sacrario Militare di Cima
             Grappa in prossimità di Bassano del Grappa. Lì, ad elevate altitudini, vi sono ben
             due zone, una riservata ai Caduti Italiani e l’altra riservata a quelli austro-Unga-
             rici. Sono collegate da un viale fiancheggiato da monumentali cippi denominato
             il “viale degli eroi” e in una giornata nebbiosa e nel silenzio circostante, in un’at-
             mosfera altamente ed intimamente coinvolgente, passando su quell’ideale “pon-
             te” che unisce i Caduti senza alcuna distinzione, il messaggio dei Caduti stessi,
             valido per un militare e per l’uomo in generale, è chiaro e maestoso ed è la vera
             guerra da vincere: tra diversi genti sempre costruire ponti e mai scavare fossati.
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