Page 288 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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             cazioni, gli aeroporti e così via, insieme ai motivi di fondo della loro realizzazio-
             ne. anche perché tutto ciò è stato parte imprescindibile dello sviluppo industriale
             del paese di allora e della sua trasformazione radicale rispetto all’ultimo venten-
             nio del XIX secolo.
                Il capo dell’Ufficio Storico della Marina Militare ha concluso ieri la sua re-
             lazione mettendo in evidenza la centralità per l’Italia del periodo del tema fon-
             damentale (spesso messo a fuoco con grande difficoltà) del potere marittimo in
             generale durante la prima guerra mondiale e dei modi di applicarlo da parte del-
             la Regia Marina nel caso specifico. Ciò premesso e per affiancare a questo tema
             quanto detto sopra nell’ambito degli studi di storia militare e marittima di parte
             italiana sulla prima guerra mondiale, il Dipartimento di storia, disegno e restau-
             ro dell’architettura della Sapienza - Università di Roma ha avviato nel 2017 una
             ricerca col medesimo Ufficio storico, per chiarire il ruolo delle basi navali del-
             la Regia Marina nel conflitto in questione. per l’occasione, esse sono state tratta-
             te come un argomento specifico d’insieme per la prima volta e sono state studiate
             sull’intero territorio nazionale e altrove. Come dimostrato già in altra occasio-
             ne, tra 1914 e 1918 fu l’Italia intera a essere trasformata in maniera importante,
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             non solo la cosiddetta «zona di guerra» sul fronte terrestre . Ciò fece assumere un
             ruolo fondamentale proprio alle basi navali e alle infrastrutture terrestri della Ma-
             rina, rese funzionali alla difesa strategica degli interessi più vitali del paese alla
             scala almeno del mare Mediterraneo inteso come uno spazio di manovra unitario.
                Su un altro piano ancora, infrastrutture e basi navali in genere furono allora
             e dopo - così come sono sempre oggi - fondamentali (per non dire d’importanza
             strategica) per la vita operativa in mare e a terra, in pace e in ogni guerra, per tut-
             ti i paesi come proprio l’Italia: penisola spartiacque nel mezzo del Mediterraneo
             e con uno sviluppo di coste importante rispetto alla sua superfice terrestre. perché
             basi navali, porti, piazzeforti marittime e infrastrutture terrestri in generale non
             hanno solo lo scopo di supportare a vario titolo le flotte in mare, ma anche di es-
             sere parte viva e non certo l’ultima di un altro argomento grande: la difesa costie-
             ra e la sua pianificazione strategica di lungo periodo. a questo tema specifico l’I-
             talia della seconda metà del XIX secolo e dell’inizio del XX non si era sottratta e
             non lo fece neanche per tutto il primo conflitto mondiale, sulla scorta del tentati-
             vo dei suoi governanti del tempo di cercare di entrare – anche se da ultima – nel
             novero delle medie e grandi potenze navali del periodo, che dominavano il Medi-
             terraneo con un loro potere marittimo consolidato: la Gran Bretagna e – per come
             era percepita allora la cosa in Italia – la Repubblica francese. I quadri d’insieme
             più significativi di studiosi italiani e appena successivi al secondo dopoguerra sul


             2   CIMBoLLI SpaGNESI pIERo, Territori e architetture del Regno d’Italia al tempo della Gran-
                 de guerra. Significato di una ricerca, in al di là delle trincee. Territori e architetture del Regno
                 d’Italia al tempo della prima guerra mondiale, atti del congresso internazionale (Roma, 3-5
                 dicembre 2015), a cura di p. Cimbolli Spagnesi, Roma, Edizioni Quasar, 2017, pp. 13-37.
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